Come già disse Platone: ‘Cerca la verità mentre sei giovane, perché se non lo farai, poi ti scapperà dalle mani’. “Questa alta aspirazione, dice Benedetto XVI, incontrando all'Escorial i giovani docenti che hanno partecipato alla Gmg u.s., è la più preziosa che potete trasmettere in modo personale e vitale ai vostri studenti, e non semplicemente alcune tecniche strumentali e anonime, o alcuni freddi dati, usati solo in modo funzionale. E' doveroso tenere a mente che il cammino verso la verità piena impegna anche l'intero essere umano: è un cammino dell'intelligenza e dell'amore, della ragione e della fede”.
Benedetto XVI ha criticato una visione utilitaristica dell’educazione, anche di quella universitaria. “I giovani hanno bisogno di autentici maestri, di persone aperte alla verità totale nei differenti rami del sapere, persone convinte soprattutto della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità”. [ ... ] “L'insegnamento non è un'arida comunicazione di contenuti, bensì una formazione dei giovani” nei quali i docenti devono “suscitare sete di verità”.
Dagli eccessi di una scienza senza limiti risultati devastanti. “Quando utilità e pragmatismo immediato si ergono a criterio principale nella società e nell’educazione, le perdite possono essere drammatiche: dagli abusi di una scienza senza limiti, ben oltre se stessa, fino - denuncia il Papa - al totalitarismo politico che si ravviva facilmente quando si elimina qualsiasi riferimento superiore al semplice calcolo di potere. Al contrario l'idea genuina di università è precisamente quello che ci preserva da tale visione riduzionista e distorta dell'umano”.
In questo tempo, sotto la spinta dei pressanti cambiamenti socio economici, le Università, pubbliche, private, pontificie, hanno subito un significativo cambiamento interno che ha contribuito a mettere profondamente in crisi il tradizionale assetto didattico pedagogico. L’affermazione di un’università di massa, il proliferare dei corsi di laurea, scellerati corsi specialistici offerti come in un supermercato a “prezzi vantaggiosi”, l’irrigidimento del sistema concorsuale, la progressiva riduzione di risorse destinate alla ricerca, chiedono di delineare nuove strategie di governo dell’Università e della sua relazione con il territorio e con i diversi stakeholders di riferimento.
Impresa Umanizzante. L’Accademia è chiamata a candidarsi a essere attore di sviluppo e di promozione territoriale. L’organizzazione dell’Impresa Università, a partire dal modello etico della persona come relazione, si deve proporre cambiamenti strutturali e operativi. Se al centro di un progetto responsabile e sostenibile vi sono obiettivi economici, crescita, efficienza, non certamente hanno meno peso gli obiettivi sociali, rispetto dei diritti, partecipazione, coesione sociale, rispetto dell’identità culturale. Tale constatazione, nella rendicontazione sociale, non può essere sostenuta solo in ragione del bene reputazionale dell’Impresa Università, ma deve trovare un fondamento condiviso nell’intima motivazione etica delle persone incaricate, del corpo docente proponente, che riconosce la rilevanza di un valore per se stesso e ben oltre l’utilità della pura considerazione o della reputazione. Il processo virtuoso che questo modello etico avvia, riporta certamente alla giusta misura le varie componenti della finalità formativa congrua: questa misura è il fine umano e umanizzante di ogni scelta progettuale.
L’insegnamento accende sete di verità nella trasparenza della Comunicazione. L’affidabilità, la trasparenza e la veracità della Comunicazione non può ridursi a strumentalità di pura garanzia, piuttosto diventa lo spazio relazionale, in cui vanno a definirsi rapporti, strategie e finalità. In tal caso la comunicazione, per la sociale responsabilità dell’Impresa Università, non solo è necessaria per una comunicazione corretta, quanto piuttosto costituisce uno specifico modo relazionale, interno ed esterno: generando una relazione, istituisce un mondo di attese e di progettualità. Comunicare è agire, costituire una realtà, è istituire un mondo nuovo e un nuovo modo, personale, di collocarsi nella realtà sociale, al fine di suscitare nella ricca sorgente di capitale talentuoso, sete di verità, sete di conoscenza umanizzante. Dissimulare, attraverso la comunicazione, come con un velo offuscante, proposte accattivanti, chimere irraggiungibili per chi con interesse sano si avvicina alla conoscenza, per una formazione più professionale, specialistica, per il proprio domani, ingannerà la propria professione e le aspettative della gioventù ignara. Il fine, quando chiaro e ben proposto, rende in autenticità l’Impresa Università e non spegne la sete di conoscenza e verità cui si è naturalmente chiamati. Esserne segno etico implica azione e proponimento etico, non teorico, non illusorio nella sostanza, piuttosto chiaro accademico proponimento di fare formazione in verità e per il bonum facere che diviene, nei fatti, il buon frutto per l’Impresa Umanizzante della conoscenza, discostandosi dai proponimenti ambiziosi personali. Dopotutto si ha a che fare con i sogni della gioventù che anelano conoscenza e competenza. Il domani, nelle concrete proposte accademiche, anche lavorative, non deve essere, per attrarre, illusoria prospettiva occupazionale, al fine di soddisfare i numeri delle pianificazioni progettuali, deve essere piuttosto concreto impegno a dare e fare il massimo, in verità formativa e informativa. La persona al centro di ogni progetto, il suo sogno, rende il progetto degno di essere portato avanti.
[Foto: Alcibiade sottratto alla voluttà da Socrate]
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