È necessario indignarsi dinanzi alle ingiustizie, dinanzi una politica ciarliera, avrebbe detto S. Caterina da Siena, capace di disamorare la gente. Occorre indignarsi per quanto accaduto a Isola Capo Rizzuto, a Mandatoriccio, a Crotone, a Tropea, come anche alla sottoscritta. Occorre indignarsi poiché è pura prepotenza ciò di cui si legittima Netanyahu, con sostegno di USA, della mediocre politica non di pace attuata dall'Europa. I danni sono per un intero Popolo, condotto alla fame, alla morte, che viene costretto a uscire da casa sua, lo Stato di Palestina!
Prendersela con i bambini, gli indifesi è la vergogna mondiale che grava sulla storia dei nostri tempi. Israele, chi lo governa, ha dimenticato ciò che il suo Popolo ha vissuto sulla sua stessa pelle. Occorre svegliare le coscienze, scuoterle vigorosamente, non è accettabile un mondo di ingiustizia sociale che grava sui bambini, e non prevede di opporsi alla prepotenza. Come ha fatto l'umanità a spegnersi, a perdersi, a non riconoscere il proprio fratello?!
Quando la politica si fa traino di solo leaderismo auto-celebrativo, e svia attenzione dalle necessità cui è chiamata -senza vergognarsi - o quando, peggio, una comunità rimane silente dinanzi l’ingiusto, quando non si affrontano ‘argomenti delicati’, non ci si dissocia da un fare che frena ogni attività di progresso sociale/morale, è chiaro che, e soprattutto in questo frangente in cui la Regione Calabria è chiamata a consultazione elettorale, non si incarna la finalità di servire il bene comune. Definisco questa incuria arte filodoxa atta a distogliere dal reale.
La cultura, l’istruzione, contrastano tanto relativismo, allo stesso tempo costituiscono il vero pericolo per i ciarlieri della politica, incapaci di avvedersi dell’ovvio: servire e non servirsi del mandato, sordi al grido, e rimanendo a casa propria, di una regione Calabria che sembra rassegnata a non rialzarsi, sconfortata dall’assenza di una ‘visione’. Come lago stantio, misero di idee, la politica di Calabria espansiva in propaganda e incoerenza, indugia sul fragore che lamenta esistenza di un sistema pervasivo nel malcostume poiché “Quando l’umanità diventa gregge vuole l’animale capo” (F. Nietzsche). La menzogna funziona quando non si ha cultura e “l’animale capo” sceglie il gregge foraggiandolo di incultura, di non conoscenza. Non si deve arrivare a perdere vite umane, a condizionare esistenze umane perché la tradizione prepotente ‘silentemente pervasiva’ sostiene l’arte filodoxa. Il territorio non è cuccagna da cui succhiare ‘nettare’ a proprio sazio, è fonte di vita della gente che lo abita, che non merita indifferenza, relativismo.
Occorre avere una visione politica reale per i territori, non lasciarli in balia dell’amoralità che solo mortifica e genera sofferenza nella gente per bene. Non possiamo dirci soddisfatti della deriva cui le comunità sono inquietamente soggette. Occorre ‘scoperchianza’ di malversazione, il coraggio di dire no all'ingiusto! Solo una interazione civile, rispettosa, di merito, supera la mediocrità volutamente seminata, ed è capace di edificare umanità, di prevalere sull’aggressività di perversi, nutriti dal silenzio dei sedicenti 'onesti'.
È necessario osare l’inosabile, innamorarsi della verità, rimanere distinti e distanti da chi non opera a favore di bene comune ma di se stesso, soprattutto mai dimenticare, con M. L. King, che le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui si sta zitti di fronte alle cose ingiuste. Quando una società permette silente la sussistenza di un sistema malato, rinuncia pregiudizialmente a un comportamento di dignità, rinuncia al bene e futuro dei propri figli, rinuncia a liberarsi di ciò che non vive come male poiché inglobato nel sistema della consuetudine in ogni ambito della società, e finisce con il rimanere nella stagnazione del male. Permanendo fuori dai problemi reali, che persistono irrisolti, si rimane ingabbiati e si lascia alimentare la sofferenza, la solitudine di chi il sordido male lo lotta e vi si oppone.
Occorre arginare quanti Platone chiama filodoxi, cioè coloro che si fermano alle apparenze, all’esteriorità sensibile e ingannevole delle cose il che, la maggior parte delle volte, genera delirio populista e degenera in settarismi: i filodoxi vivono confondendo l’apparenza con la realtà, e lasciano che la confusione permanga in altri, a vantaggio di interesse personale coercitivo.
In una disputa universitaria, Tommaso d’Aquino diede risposta a fra Bonaventura che gli aveva rimproverato di versare l’acqua della ragione nel vino puro della Rivelazione: Sì, risponde Tommaso, noi continuiamo il convito di Cana, in cui l’acqua fu cambiata in vino. Verità e giustizia scorrano limpide, come acqua di ruscello, ad alimentare umanesimo Rivelato, a incoraggiare la speranza, unico aspetto dell’identità umana davvero immortale, di una compiuta edificazione socio-politica, anche in Calabria, di una libertà che, ci ricorda S. Giovanni Paolo II, consiste nel fare ciò che si deve: reagire all’ingiusto con coraggio e dignità.
MARIA FRANCESCA CARNEA
Consiglio il testo: SOCIOLOGIA E SPIRITUALITÀ DELLA COMUNICAZIONE POLITICA
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