Quando gli inutili idioti
fanno a gara pur di apparire, manifestarsi autoreferenziali, quando provano a
dare voce, con fiato corto e afono, a parole insensate e non pensate, ti
accorgi che la longa manus
dell’amicizia clientelare, abbraccia spudoratamente l’ambito del protagonismo politico-sociale.
Inutili idioti che vivono come filibustieri, è storia propria dei nanitaliani, amebe
inconsistenti, quella nanitalianità che ci fa vergognare dell’Italia, della sua
storia, dei suoi valori, continuamente insultata da inconcludenti soggetti che
arrancano per vivere del loro nulla essere, supportati dall'altrettanto nulla
essere di chi li sostiene. E ti danno anche dritte su come trovare lavoro: “Giocare
a calcetto”; ed è sempre lo stesso genio che, per continuare a godere della
propria posizione di potere, senza intralci concorrenziali di potenziali
talenti, afferma: “Giovani italiani vanno all'estero? Alcuni meglio non averli
tra i piedi”.
Non stiamo parlando di esponente di poco conto, ma di una rappresentanza istituzionale dello Stato Italiano, il Ministro del lavoro, che smarrendo il buon senso del linguaggio, si apre a sproloqui dissennati. Mero esempio di nanitalianità. Personaggio che non conoscendo giudica, non capendo manca di rispetto, non sapendo cosa dire inventa ciarlatanate per guadagnarsi la pagnotta di fango. Si fa portatore falso di morale, si eleva alla stupidità massima, inconsapevole della propria condizione di nano, sentendosi forte per essere circondato da altrettanti nani.
Comprende, questo
personaggio, il dramma che il disoccupato vive, subendo l’umiliazione dello
scarto? Comprende che per costruire lavoro bisogna impegnarsi con progetti di
sviluppo che salvaguardino i talenti e le specificità territoriali? Comprende
cosa significa restare lontano dalla propria terra? Comprende questo
personaggio che cosa significa vivere non potendosi permettere una casa e fare
della precarietà il pane quotidiano?
Sorge quindi spontaneo
domandarsi: come possono personaggi così lontani dal mondo reale, pensare di trovare
soluzioni alle problematiche sociali quando le loro risorse di pensiero si
esauriscono con dei dissennati proponimenti? Perché dobbiamo continuare a farci
insultare da incapaci che con superficialità si esprimono? Il buon senso
suggerisce: se non pensi non dovresti parlare, tanto meno ricoprire cariche di responsabilità nazionale!
Almeno avere l’umile
dovere della sana conoscenza, la capacità di applicare, come Weber insegna, l’etica
della responsabilità, che è propria del politico. Non si parli inutilmente di
ciò che non si capisce, né conosce, poiché il nostro dire ha delle conseguenze su
chi ascolta, i cui esiti, nell'animo umano, non si controllano.
Si diano risposte assennate
alle problematiche gravi della mancanza di lavoro in Italia, si abbia rispetto
per i giovani d’Italia, che vedono sfiorire la propria gioventù nella
precarietà della vita e nell'impossibilità di farsi una famiglia, dovendosi
inventare un futuro, al cospetto di cotanta nanitalianità che ricopre ruoli i cui
meriti sono da punto interrogativo! Si ripensi alla stabilità lavorativa, a un’equità
sociale squilibrata da politiche parziali, che hanno determinato l’aumento
della povertà, si ripensi a offrire la determinazione e non le diverse
scellerate proposte contrattuali dell’instabilità, piuttosto che esternare indefinite
espressioni che solo menti chiuse possono esprimere.
Auspico che i
nanitaliani, che spesso occupano posizioni di potere, tanto per testimoniare
che, nel nostro Paese, il merito è escluso a vantaggio della nanitalianità,
riescano a superare la superficialità, l’imperscrutabile proprio limite, e a intercettare
la via del rispetto, della correttezza, dell’etica della responsabilità.
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