martedì 17 luglio 2018

Cirò - Mammola, e la presenza spirituale di un bene comune: S. Nicodemo da Sikròs


Una giornata speciale vissuta nella terra generosa e accogliente di Mammola (RC), in occasione del Convegno dedicato all'Abate Apollinare Agresta, il 12 luglio 2018. Cirò (KR) e Mammola (RC), condividono la presenza spirituale di un bene sacro e comune: le Sante Reliquie di S. Nicodemo da Sikròs, condiviso è, altresì, il Patronato. I Santi uniscono i Popoli, in Essi alberga il desiderio puro della pace, del Noi umanità. Dal senso profondo del Sacro nasce e cresce fecondità sociale.
Quando la verità storica è a servizio della conoscenza può solo nobilitare i territori e la cultura. Dal 1696 si è creduto che San Nicodemo abate, fosse nativo di Cirò (KR). Ma è stato errore prodotto dalla interpretazione del nome del luogo, inesattezza dipanata e superata da ricerche approfondite e avvedute. L’errore venne generato e trascritto nel testo Vita di S. Nicodemo Abbate dell’Ordine di S. Basilio Magno, da parte dell’Abate Apollinare Agresta. Studio accurato ha superato l’errore, e ha dato verità alla storia di un Santo che ancora oggi ha molto da insegnare. Si evincono, così, elementi da cui si appura che il luogo nativo del Santo fu Sikròs, nel circondario di Palmi.

Scrive P. Ernesto Monteleone, Eremita del Santuario di Mammola, luogo in cui visse il Santo: “Nicodemo non è nato a Cirò. Questa è un'affermazione gratuita di Apollinare Agresta”. Al contempo è affermazione gratuita, quella che definisce il Santo basiliano: non lo poteva essere. Non era una monaco basiliano, al tempo i monaci non erano ortodossi ma Bizantini. Solo il 1° novembre 1579, papa Gregorio XIII, con la bolla “Benedictus Dominus”, riunì in un unico ordine i monaci di tradizione bizantina presenti nella penisola e nelle isole (sia italo-grechi, sia italo-albanesi), perché nascesse la Congregazione d’Italia dei Monaci Basiliani. Inoltre, nell'unico documento che riguarda la vita del Santo, il Bios, non c’è l’anno di nascita di Nicodemo e, per quanto riguarda la morte, leggiamo che il Santo: “giunto alla pienezza dei suoi giorni, aveva circa settant'anni, si sciolse da legami della carne il giorno dodici marzo”, e non dice l’anno.

La ricerca, comprendente la narrazione della vita del Santo e i numerosi prodigi, è stata pubblicata nella “Rivista di Ascetica e Mistica” (1/2018, Ed. Nerbini, Firenze, pp. 87-120) con il titolo “San Nicodemo monaco di Calabria. Fuoco manifesto di magnanimità”.

Va da sé che la preziosa potenza benedicente di S. Nicodemo continua a vegliare sul territorio di Cirò (KR), di cui rimane Patrono e Protettore, Paese che si pregia di custodire la sua Sacra Reliquia Autentica, solo dato certo, verità storica, che rende il potente taumaturgo presente spiritualmente a Cirò. 

L'amore disinteressato per la conoscenza, amore per la verità, per il sapere, prende le mosse dalla meraviglia. Aristotele usa il termine meraviglia per indicare l'impulso che inizia all'indagine innanzi ad un fenomeno che colpisce e scrive: “Chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere. Cosicché, se gli uomini hanno indagato per liberarsi dall'ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica”. Il sapere autentico è conoscere secondo le cause. Si tratta di un atteggiamento critico, che porta a non accontentarsi dell’opinione comune ma, al contrario, spinge a chiederci la causa di ogni realtà, senza ricorrere a leggende strumentali, interessate. In questo il progresso del sapere e della civiltà.



Cirò – Mammola e la presenza spirituale di S. Nicodemo da Sikròs



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