Dio volle
comandare a uomini liberi, scriveva Erasmo da Rotterdam, ed è il credo
cui ancora voglio dare fiducia, anelando una presa di posizione di uomini
veramente liberi, veramente forti nella passione,nell'ispirazione valoriale
di fare il bene comune. E, venendo alle argomentazioni correnti riguardo l'uso del burkini e la legalizzazione droghe, mi sembra che stiamo precipitando in una assurda
digressione sociale che ambisce, sempre più, a essere “legalizzata”.
Quaestio:
come si fa a mancare di rispetto a tradizioni che si vogliono mantenere? Chi si
crede civile, e laicizza ogni cosa, perde di vista il rispetto delle Culture:
se accogli devi accogliere in toto non in parte, l’uomo è creatura complessa,
oltre che continua meraviglia. E, cara civiltà occidentale: ciò che non
vuoi per te non puoi volerlo per altri, piuttosto non smettere mai di
domandarti, in questo mondo sempre più multiculturale: Laicità cosa significa?
Civiltà cosa significa? Diritto è o no dovere di rispetto?
Credo
inoltre che, sempre per tale decantata laicità, esprimere assenso alla
legalizzazione delle droghe, da parte anche di personalità che ricoprono
cariche di certa ‘influenza’, droghe che sono sempre deleterie per l’organismo
dell’uomo, anche quelle che insistono a definire leggere, non comporta togliere
alla criminalità organizzata materia umana da sfruttare e rendere ebete, a
questo ci pensano i signori che governano senza che nessuno li abbia eletti, piuttosto
comporta attribuire ad altri l’autorità di diffondere stupefacenti, fosse anche
lo Stato: quale mente illuminata pensa il ‘male’ del proprio Popolo, al punto
da volerlo con facoltà di drogarsi? Forse chi non crede nel Popolo ma nei
propri interessi? Chi rende clientelismo piuttosto che merito da riconoscere? Chi
elargisce emolumenti scriteriati creando squilibri sociali acuti? Chi annebbia
le menti con argomentazioni evanescenti e inutili piuttosto che pensare di
rinnovare un’economia stantia e priva di elementi di produttività, soprattutto
al Sud? Chi chiama riforme di innovazione e semplificazioni architettoniche
quanto aggrovigliate congetture che disorientano?
È
il Popolo che ha facoltà effettiva di decidere chi deve fare cosa, non i
‘giochi di palazzi’ o i sempre fervidi cerchi magici dei soliti portatori
d'altro dire, e di cantonate ne abbiamo prese abbastanza in questa Italia che
vuole mantenersi piccola. Piccolezza che va sempre più rendendosi chiara nel
nostro Mezzogiorno, il cui problema principe è nelle infrastrutture, che non migliorano,
come nella mancanza di investimenti produttivi e continuativi per il lavoro,
Mezzogiorno in cui splendidi territori sono abbandonati a se stessi e alla
buona volontà di anime belle che cercano con piccoli eventi di creare e
inventare qualcosa per ‘non morire’, frutto di soliloqui che non determinano,
però, continuità o produttività.
Sveglia
Politica, svegliati nel Mezzogiorno soprattutto, la questione meridionale è
tutta da risolvere, svegliati Pensiero alla bellezza del territorio e non
rendere rigido lo sguardo al richiamo della Cultura che guarda verso orizzonti
votati all'alto fare, all'alto produrre onestà e qualità, il dato valoriale
inestimabile dell'essere umani! L'anima non è un vaso da riempire, ma un fuco da accendere sosteneva Plutarco, poiché, già Eraclito affermava: Non c'è nulla di immutabile, tranne l'esigenza di cambiare!
E, riguardo alle argomentazioni toccate, come non fare tesoro dell'insegnamento di Tommaso d'Aquino che, affermando il primato dell'intelletto sulla volontà, definì la legge come “ordinatio rationis” e giudicò come iniquità il comando del legislatore basato su un mero atto di volontà contrario alla retta ragione. Da questa affermazione del primato della retta ragione sulla volontà discende la subordinazione della legge positiva alla legge naturale: la volontà umana non può, né ha il diritto, di mutare con le leggi l'eterna disposizione delle cose. Il vero sovrano, nella comunità politica, non è dunque un uomo, né la massa formata dalla somma di monadi egoistiche chiuse in sé stesse, il vero sovrano è la legge o, meglio, il fine per cui esiste la legge: il Bene Comune. Il ‘principe’ terreno è un sovrano con poteri limitati: ed è sovrano in quanto rappresenta il popolo nel suo sforzo collettivo e organico per raggiungere il bene comune (S. Th., I-II q. 90, a. 3).
Ergo: la relatività dell'ordine temporale impedisce il
conferimento alle supreme autorità di un potere assoluto, ciò di cui, le
autorità e gli autoritari, è necessario ne acquisiscano sana coscienza!
[Foto: Giulio Aristide Sartorio - Studio per la testa
della Gorgone]
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