Quando ci domandiamo "Che
cosa è un uomo?", la risposta è la sua definizione: “È proprio dell’uomo
essere animale ragionevole” (Tommaso d’Aquino, C. Gent., III, 39). Determinante, però,
nell'uomo è l'autoaffermazione coscienziale, ovvero la sinderesi come
capacità di distinguere il bene dal male. La sinderesi, cioè, permette all'uomo
di avere autocoscienza, esame di sé, conoscenza innata del bene e del male,
capacità di dirigersi verso ciò che lo protegge, verso il bene che lo
favorisce. Questo bene però non è sommo egoismo, o compiacimento di sé,
auto soddisfacimento di ciò che è più
utile al soggetto aspirante, piuttosto è elemento di relazione con il prossimo:
non si può ignorare di vivere in una collettività.
Ora, scandagliando nei meandri
dell’attualità socio/politica, e andando oltre le banalità della saccenza
qualunquista e dell’opportunismo, appare lampante l’incapacità di determinismo,
di responsabilità verso il bene civico e dei Popoli da parte delle
rappresentanze delegate: assistiamo a una nauseabonda retorica di storie, anche
costruite, di contrapposizioni, divisioni, di uomini che fermano il cammino
della civiltà verso l’oggi creare e il domani sperare. Quaestio: esistono testimoni credibili che sappiano tenere fermo
l’ideale della vita, della civiltà, dei diritti umani, che sappiano con
determinazione esporsi e affermare la propria visione senza tentennamenti o
timori di perdere sostegni, anche
economici? Sembra, ahimè, di vivere costantemente sotto la cappa della mala
pianta di associazioni costringenti, delle massonerie affariste, della
delinquenza psicologica che frena ogni desiderio di crescita. I bisogni umani
sono un dato realistico, anelano risposte, non alimento di terrore che si
alimenta del terrore stesso creato. È il gatto che si morde la coda!
Quanto sangue versato, quanto
pane desiderato, quanti occhi hanno sperato e sperano che testimoni sani
difendano i valori umani nel criterio nobile del senso della giustizia umana.
La giustizia è più una qualità del cuore, la disposizione virtuosa dei rapporti
umani. Coinvolge chiunque appartenga ad una comunità, rappresenta la costante e
perpetua volontà, tradotta in azione, e sa riconoscere a ciascuno ciò che gli è
dovuto. E, mentre le virtù morali rendono l’uomo migliore in se stesso, la
giustizia lo rende migliore anche in rapporto agli altri. Tommaso definisce
giustizia: abito per cui
l’uomo è inclinato a dare a ciascuno il suo, con volontà costante e perpetua. (S. Th. II-II,
q. 58, a.1). Un volere costante vuol dire un’attitudine spontanea e aperta
della nostra volontà, che non può essere ridotta a una semplice capacità di
calcolare quanto si deve all'altro.
Non pervenute risultano sempre
più le politiche partorienti ideali, coerenza d’azione, mentre confusi
riformisti ambiscono a riforme che non possono essere che confuse. Poi non ci
dobbiamo meravigliare se nella società stolti votati al male esprimono la loro
schizofrenia falciando e distruggendo vite, seminando morte, epurando, con
l’inganno, espressioni di pensiero che divergono dal proprio, sotto gli occhi
del mondo, dei ‘potenti’, che non reagiscono, attenti agli interessi personali
più che alla difesa della verità, della libertà, della vita. E si alimenta il
male fare, si giustifica l’ingiustificabile, si offre superficialità d’intenti,
coprendo e insabbiando con reti associative sempre più impermeabili. Per questo
di morte del pensiero oggi si deve parlare, sulla via dell’estinzione navigano
le politiche partorienti ideali! La società civile, ingolfata da despoti
politicanti e sultanati vari, diventa sempre più liquida e sempre meno aperta,
a discapito della dignità umana ferocemente vilipesa. Non si può rinunciare al
sogno della vita: l’anima, in quanto forma spirituale, sorpassando tutta
la capacità della materia, immette anche nell'uomo la
vita propria dello spirito, cioè la vita intellettiva. Essa mostra
capacità aperte sulla totalità dell’essere: l’intelletto per conoscere e
la volontà per volere. Di fronte a tale umanità completa,
dilaga nell'uomo ragionevole il senso del ritrovarsi e rinnovarsi, scardinando
dalla morte e restituendo vita, sogno e civiltà.
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