lunedì 12 gennaio 2015

“E ora popolarismo”: azione e discernimento nel fare politico


Esprimendo gratitudine anche per il luogo che ci ospita, lo splendido complesso del Convento delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto, non posso non citare Caterina da Siena quando dice: meglio rimanere senza mantello che senza carità, espressione che trovo fondante di ogni azione politica che si dica cattolica. E, nel contempo, sovviene in aiuto al nostro cammino “per il popolo” quanto afferma Tommaso d’Aquino: come illuminare è più che risplendere, così donare ciò che si è contemplato è più che solo contemplare. Urge dunque azione! 

Lo sguardo alla concretezza che l’“oggi” ci impone, non ci può distrarre dal dato dell’umanità, contenuto valoriale intrinseco a chi, con passione onesta, si avvicina al fare politico. Siamo chiamati a reagire con responsabilità, a comunicare testimonianza di coerenza, elemento di ‘ideale’ che mai tramonta. La sostanza ‘ideale’ è l’unica visione che ci fa sperare al nuovo cui ambiamo: dare un messaggio di concretezza reale alle problematiche sociali e politiche in cui ci siamo venuti a trovare, a causa anche della non legittimità politica, nemmeno tanto nascosta, in qualche modo sottratta dal popolo che si dice di governare. Ritornare sovranità al popolo è testimoniare il desiderio di operare per il bene comune.

Il popolo, le persone avvertono in modo cogente e molto di più i bisogni urgenti che la società chiede di risolvere, la voce deve essere del popolo e mi piace ricordare La Pira che, per problematiche di cui si percepisce dolorosa realtà e verso cui lui stesso concentrò forze di pensiero concreto affinché si risolvessero, affermava: il lavoro è un dovere, la casa è un dovere e questo non è marxismo ma Vangelo!

La soluzione dei bisogni del quotidiano vivere deve ritornare a essere trattata sui tavoli dei ‘privilegiati’ che forse, e non sto qui a dire le motivazioni, hanno dimenticato che il loro essere privilegiati è frutto di un onore preso dal Popolo. Urge, e lo dico con tutto il cuore, riconoscere e dare valore alla centralità della Persona che, come definisce l’Aquinate è “Sostanza individua di natura razionale, dotata d’intelletto e volontà”, e la volontà deve seguire l’intelletto non mai l’inverso, perché è a causa dell’applicazione dell’inverso che stiamo subendo il malessere attuale, e che evidenzia la mancanza di capacità di pensiero in politica.

Non è dall’alto che deve partire il comando, dall’alto l’unico comando che viene e da seguire è quello di Dio Padre, le scelte del fare politico chiedono risoluzione, persone competenti e coerenti, scelte dai cittadini, le problematiche sanno essere focalizzate dal popolo molto bene e molto meglio, popolo che deve tornare ad avere la sua voce: in questa direzione la legge elettorale deve trovare il suo equilibrio. La persona è dotata d’intelletto e volontà, trovo urgente dare voce alla persona e, quando è necessario, perché se le cose non vanno bene e un popolo è in difficoltà bisogna agire, piuttosto che permanere nel perpetrare iniquità nei luoghi delle responsabilità, come atto di umiltà, fare un passo indietro quando le esigenze politiche richiedono altro. Gioventù nel cuore chiede sempre una sola cosa: serietà, onestà, coerenza, è di questo che abbiamo bisogno, un messaggio di concretezza testimoniale e possiamo essere una risposta.

Papa Francesco, appena qualche giorno fa, festività dell’Epifania di Nostro Signore, ci ha ricordato come deve essere un cristiano: Attento, Instancabile, Coraggioso, capace di camminare nella pienezza della luce del Vangelo, e questo ci stimola alla qualità del nostro dato più naturale e ci sprona a quella rivoluzione dei cuori cui la stessa gioventù anela, poiché lo sguardo deve essere l’aurora di una sana politica, orizzonte di nuovo umanesimo. Superiamo il sonno della negligenza!


* Intervento Convegno Associazione Democrazia Cristiana (9-10-11 gennaio 2015)
   Convento San Sisto, Roma, 10 gennaio 2015

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