domenica 23 ottobre 2011

La coscienza nella conoscenza


La vera nobiltà l'uomo non la trae dalla materia, il suo valore è nobiltà propria, originata con la nascita. La coscienza di rendersi conto di ciò che si è, e di ciò che si ha, è motivo oggi più di ieri, di ponderata riflessione, di movimento di coscienza che porta alla considerazione di una consapevole natura umana, limite, essenzialmente limite al cospetto della nostra esistenza. La nostra essenza, la nostra anima è dono immenso della bontà divina, vita vera di ogni nostro pensiero, sentimento che ha la sua fonte nell'indefinita infinita profondità della nostra esistenza. 

Come non fermarsi un attimo a riflettere sull'importanza della nostra essenza, come poter permettere al tempo di non soffermarsi su ciò che siamo, sul conoscere noi stessi? La considerazione di ciò porterebbe, e ci riporterebbe, al diritto primo della nostra esistenza, sapere di essere "uomini", persone che portano dentro sé la ricchezza più agiata, il tesoro più grande, la vita vera dell'esistenza: l'anima. Non c'è materia fuori di noi capace di colmare e arrivare ad eguagliare un bene così grande. La riflessione sarebbe però quella di poterne prendere coscienza ridando valore a ciò che è il vero valore della vita: noi stessi, e la nostra natura umana. Oltre ciò c'è solo l'arrivismo spregiudicato di un mondo, che non si concede nemmeno un attimo di pausa, di seria riflessione, tanto più perché pieno di sé, egoista ed individualista a cui non è permesso di ridimensionare la sua natura che rimane limite e, soprattutto, miseria, ricca del niente della materia.

La coscienza di essere, ognuno di noi non anime anonime ma anime che vivono nel rispetto della comune ricerca di verità che certo la frenesia del tempo e di questi nostri tempi non ci porterà a considerare, o che comunque ce ne distoglie. Confutarci per potere crescere anche e soprattutto sulla nostra essenza umana, nella consapevolezza dei nostri limiti, ci porterà al raggiungimento di quell'unica vera libertà, vera perché libera da ogni scarsa considerazione, vera perché aprirà le ali di quelle coscienze che vanno troppo di fretta per riflettere; spiccare il volo nella riconsiderazione del genere umano e dei suoi veri valori, verso quindi un pensiero più eletto, verso la libertà di potersi sentire esseri umani. In ogni mondo della conoscenza si nutre la volondel confronto, di una confutazione in grado di analizzare e analizzarci nella crescita. Nella liberdi pensiero, di quest'unica fonte che origina in ognuno di noi il diritto più naturale: l'essere noi stessi, trova base la possibilità di crescita espressiva e, perché no, contenutistica.

E' solo nella conoscenza che si è liberi; è solo nella possibilità di confrontarsi che non si rimane schiavi.
Fondamentale è il riconoscersi nella coscienza dell'essenza.


[Foto: Canova, Amore e Psoche]

 (Pubbl. su L’Attualità, Luglio-Agosto 1999)

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