venerdì 28 novembre 2025

Si apre l'Anno Miradiano in onore della Venerabile Madre Miradio della Provvidenza

Un Giubileo di speranza nel Giubileo della speranza: il 15 dicembre 2025 ricorre il centenario della nascita al cielo della Venerabile Madre Miradio della Provvidenza di san Gaetano, al secolo Giulia Bonifacio, Fondatrice della Congregazione delle Religiose Francescane “Povere Figlie di Sant’Antonio”. Nacque a Castellammare di Stabia (NA) il 2 febbraio 1863; morì a Secondigliano (NA) il 15 dicembre 1926. L’anniversario dischiude a un avvenimento straordinario: l’apertura dell’Anno Miradiano, dal 14 dicembre 2025 al 15 dicembre 2026.

L’Anno Miradiano sarà ufficialmente inaugurato domenica 14 dicembre 2025 alle ore 16.00, presso la Parrocchia Santi Cosma e Damiano, a Secondigliano, con una solenne celebrazione presieduta da P. Sebastian Dias, Superiore Generale dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.
Il 15 dicembre 2025 alle ore 18.00, presso la Comunità delle Religiose Francescane di Sant’Antonio, via Lungo Ponte, 41, Secondigliano – luogo in cui Madre Miradio concluse il suo cammino terreno –, S. Em.za Card. Don Domenico Battaglia presiederà la Solenne Concelebrazione Eucaristica in memoria del transito della Fondatrice.

Un anno speciale attende la Congregazione che si fa testimone autentica di fede fervente nell’esempio di Madre Miradio. Un anno in cui si potrà approfondire la bellezza dell’opera voluta dalla Venerabile Madre, improntata alla carità operosa, del tutto affidata alla Provvidenza provvidente. Opera voluta e atta a occuparsi degli ultimi, dei bisognosi, degli orfani, dei disagiati; chiamata a edificare attivamente l’umanità, impegnata a ricercare la pace, seme rigoglioso e necessario per la contemporaneità. L’Anno Miradiano favorirà a una maggiore conoscenza della Venerabile Madre Miradio, la cui esperienza umana diventa faro per la modernità, esperienza caratterizzata dalla virtù della fortezza, determinata a guardare negli occhi il prossimo e assicurargli certezza di vicinanza, di ascolto, di supporto. Favorirà a una maggiore conoscenza della Congregazione di cui la Venerabile Madre fu Fondatrice, opera diffusa e cresciuta in Italia e nelle zone più povere del mondo, missione che, a servizio dei più bisognosi, conforta e incoraggia, come raggio di sole il nostro tempo moderno impoverito spiritualmente e svuotato di valori.

Cirò (KR) ha avuto il dono e privilegio di disporre, nel proprio territorio, il prezioso seme di presenza dell’opera di Madre Miradio con l’apertura dell’Istituto Assistenziale e la presenza delle Religiose Francescane “Povere Figlie di Sant’Antonio. L’auspicio è che possano ritornare, possano con il loro Istituto, la loro missione di prossimità ai più fragili, rinnovare presenza spirituale. Il mio rimane desiderio vivo, consapevole della bontà dell’opera e del bene che da essa promana, desiderio che parte dal cuore, avendo vissuto la presenza delle suore come parte sostanziale di Famiglia.

La Congregazione, a Cirò dal 1938, con le sue Rev.de Suore, è stata come Istituto Assistenziale parte attiva, di feconda laboriosità. Ha rappresentato per tutta la Comunità una pregevole opera caritatevole, grondante di spiritualità, e voluta a Cirò dalla benefattrice D. Teresa Siciliani in Pometti, nobildonna di Cirò. Ella si prodigò per ottenere questo bene, la presenza delle suore e loro opera in Cirò, e fece tra altro, donazione alla Congregazione della sua stessa dimora, il palazzo Pometti che è divenuto, ed è sede, dell’Istituto. Donna autenticamente generosa D. Teresa Siciliani Pometti, devota a Gesù Bambino con cui si titolò l’Istituto, amante del bene-fare, cooperò, attraverso l’opera attiva della Congregazione, delle Rev.de Suore, che sentiva di prossimità al suo animo, alla cura, sana educazione, a dare una speranza di vita dignitosa a tantissime ragazze senza genitori, a bambini bisognosi, o che vivevano situazioni disagiate, assicurando loro assistenza, provvedendo ad ogni bisogno, senza nulla chiedere, nobilitando, al contempo, anche il territorio Cirò con una impresa così ardita, alla sequela dell’operosità e carisma francescano delle Religiose Povere Figlie di Sant’Antonio: fare bene, testimoniare che si può essere profondamente umani. I tantissimi che ne hanno vissuto il lieto periodo ne mantengono caro ricordo, tempo in cui la comunità è cresciuta nei valori di una fede cristiana professata. 

Nella comunità di Cirò, le suore tanto si sono prodigate: impegno come orfanotrofio, asilo, laboratori di artigianato, hanno regalato alla comunità strumenti per mestieri tradizionali, il ricamo innanzitutto, oltre che sano senso di aggregazione comunitaria; sono nate anche vocazioni per la Congregazione stessa. È stato tempo di fervore che ha favorito l’attività della gioventù con l’Azione Cattolica, divenne l’Istituto sede di impegno cattolico costruttivo. Era il tempo in cui il Pane Eucaristico trasformava, avvolgeva di amabilità i rapporti amicali, familiari, ne faceva sentire il calore. La forza dell’amore ha fatto scudo, la sua dinamica ha motivato all’armonia della vita. È dunque doverosa la riconoscenza verso la Congregazione delle Religiose Francescane di Sant’Antonio, è doveroso condividere il tempo di grazia che la Congregazione si avvia a vivere.

Fare memoria rende parte di un’opera spirituale che si è resa familiare nei territori che ha abitato, opera di bellezza, di edificazione umana, cooperante al servizio per Madre Chiesa, di incoraggiamento alla crescita costante dell’amore. Ed è dato certo che Dio attrae non costringe, diventa una forza alla quale è impossibile resistere, una luce che non possiamo più fare a meno di guardare. Come il corpo anche l’anima ha i suoi sensi, anche l’anima può gustare la forza del coraggio operoso, seminando umanità con umiltà. In questa direzione la Venerabile Madre Miradio ha posto il suo cuore. Una realtà, la sua, che deve poter essere più conosciuta, meglio compresa nel suo senso più gioioso, realtà dinamica attiva e contemplativa, chiamata al servizio dei più bisognosi e che trovo in linea con l’insegnamento di S. Agostino: “Dammi un cuore che ama, e capirà ciò che dico. Dammi un cuore anelante, un cuore affamato, che si senta pellegrino e assetato in questo deserto, un cuore che sospiri la fonte della patria eterna, ed egli capirà ciò che dico. Certamente se parlo a un cuore arido, non potrà carpire.” (1). 
Ecco, la Venerabile Madre ha saputo parlare ai cuori che amano, ardenti di sete spirituale, di acqua viva capace di saziare la sete profonda dell’anima.

È dunque una festa la ricorrenza che onora Madre Miradio della Provvidenza, e anche la Comunità di Cirò deve sentirsi partecipe, sia per la celebrazione del centenario della sua dipartita, sia per l’apertura dell’Anno Miradiano. Ci si fa parte così del senso autentico della ‘comunione’ per un cammino di fede che ha fatto storia anche a Cirò, generando esempio di cura e attenzione. Accostarsi alla conoscenza della Fondatrice, Venerabile Madre Miradio, apre orizzonti alla bellezza dello spirito di cui Ella stessa si è fatta testimone, e in un tempo non meno cupo dell’attuale. Ci si addentra così nella narrazione di un percorso di fede da cui emergono virtù, valori, agire etico, utilissimi alla nostra contemporaneità, testimoniando carità operosa che profuma di grazia, di altruismo, di dedizione generosa incondizionata che si traduce in tesoro spirituale arricchente.

Scrutando nella vita della Venerabile Madre, mi colpisce particolarmente un episodio: “L’inutile strage”: siamo nel tempo della Grande Guerra, prima guerra mondiale 1915-1918 […] La carità della Madre brillò in modo straordinario. Come tantissimi altri “cirenei di gioia” e samaritani compassionevoli, anche le Povere Figlie di Sant’Antonio occuparono il loro posto nelle trincee della solidarietà per lottare in ogni modo contro la sofferenza, la disperazione, la rassegnazione. Furono accolti decine e centinaia di profughi e prigionieri di guerra, per i quali Caivano e Barile divennero oasi di pace. La Madre si prodigò con ammirevole altruismo, carità senza limiti che, oltre alla gratitudine degli assistiti, le valse un riconoscimento di lode da parte delle Autorità civili. […] La Madre esortava le suore a quel senso di fratellanza universale tanto cara al cuore di Francesco, avvalorandola con l’autorevolezza del suo esempio: «Portiamo pace. E questa pace che annunziamo con la bocca, portiamola ancora più copiosa nei nostri cuori. Non provochiamo nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla nostra mitezza». Diventarono, allora, madri sorelle, infermiere, sacrestane… Curavano i corpi e risollevavano gli animi. Fu un lavoro arduo: assistere, confortare, convertire, ma, come al solito, si rivelarono instancabili. […] I soldati si resero disponibili per le mansioni più semplici e umili. E quanto fu commovente vedere quegli uomini, avvezzi all’uso delle armi, aiutare le suore a preparare l’altare della reposizione per la suggestiva celebrazione del Giovedì santo: «tutti i soldati unanimi offrirono 40 libbre di cera per farla ardere innanzi a Gesù e il Giovedì Santo il Capitano comandò ai soldati di fare la guardia d’onore a Gesù nel “Sepolcro” con un turno di un’ora per ciascuno scambiandosi a due a due». (2).
Fu una Pasqua speciale quella del 23 aprile 1916.

Sia l’Anno Miradiano un anno di Pasqua, anno di grazia, di speciale fecondità nel servizio cui Dio chiama. Possano le Religiose Francescane “Povere Figlie di S. Antonio” proseguire fulgide e operose nell’apostolato. Il loro cammino nella storia, fatto di fede intrisa di speranza, di abbandono filiale per la gloria di Dio e del bene comune, continui ad attrarre e a rafforzarsi nell’opera premurosa della Fondatrice, Venerabile Madre Miradio della Provvidenza. Prosegua con ardore la vocazione al bene-fare a servizio dei piccoli, della gioventù, degli anziani, privilegiando sempre, e dovunque, i più bisognosi, i dimenticati, affinché il dono di prossimità, di cui le figlie di Madre Miradio si fanno eredi, arricchisca la vigna del Signore del prezioso innesto nella carità, nella grazia della gratuità, nella profonda e armoniosa umanità.
Duc in altum semper!

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Nota Bibliografica
(1) Cf. S. Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, 4, 26.
(2) Cf. Gaetanina Nicolaio, Madre Miradio della Provvidenza. Una donna in cammino nella storia, Edizioni San Paolo, 2001, pp. 246-250.


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