lunedì 4 agosto 2025

Cirò: prepotenza e minacce credono di dettare legge a danno di chi studia e della storia di San Nicodemo da Sikròs 

Dopo l'inciampo del comitato festa sul cantante neo melodico, imputato in un processo di 'ndrangheta, che ha dato il 'là' a un già mediocre programma estivo, giungono arroganza e prepotenza spregiudicate a voler stabilire la storia di S. Nicodemo. Senza vergogna, reso ridicolo un intero territorio! 

E occorre porre domande. È lecito usare un luogo pubblico, disporne a piacimento imponendo per es. nastrini ideati da un ridicolo non senso, e con l'unica ambizione di 'provocare'? Quale senso del sacro indica?! È ancora lecito a Cirò opporsi a malafede? È normale chiedere spiegazioni e venire aggrediti con scurrile volgarità e minaccie, e da parte di amministratori pubblici (S. Giardino, F. Strumbo) perché oso oppormi alla disonesta falsità e con elementi di ragionevolezza?! 
Ve lo ridico pubblicamente: il linguaggio agito e le minacce di tacitare i miei articoli li usate con i vostri simili!!! 

Giungere a tanta insensatezza deve fare riflettere sul valore della legalità e dei diritti umani inalienabili, primo tra tutti rispetto alla Persona, la libertà e non discriminazione sociale! 

È lecito ricordare che di un bene pubblico che si amministra non se ne dispone come fosse casa propria, dove potete fare quello che vi pare? È lecito dissentire dalla connivenza al non senso?! È difficile capire che non è una Amministrazione a stabilire dove un Santo è nato ma studi compositi, già ampiamente acclarati e che nel caso di S. Nicodemo dicono chiaramente Non essere nato a Cirò? Ci vuole tanto a capirlo? Ma -è evidente- non è la storia del Santo che 'interessa'! 

E apro parentesi rivolgendomi proprio al Sindaco di Mammola S. Raschellà, poiché fare memoria aiuta: Convegno su Apollinare Agresta (12 luglio 2018). Ero presente e, in quella circostanza, tra le altre relazioni, ci fu quella di S. E. Mons. Francesco Milito, storico di spessore. Sua Ecc. za nella relazione fu assolutamente esaustivo circa l'errore fatto da Agresta sul luogo nativo di S. Nicodemo. I miei studi lo hanno confermato, studi supportati da numerosi storici, confermati altresì nell'ultima mia pubblicazione 'Santità e Procedure di Canonizzazione', nonché nella seconda edizione del mio testo su S. Nicodemo da Sikròs. Le ricordo, inoltre, quanto LEI STESSO HA NOTIZIATO AL COMUNE DI CIRÒ, in firma congiunta con il Dr Pino Agostino, Presidente del Centro Studi Nicodemei, rimostranza del 19.11.2018, in cui conferma la non natività del Santo a Cirò, come già la studiosa Arco Magrì, tra altri Professori, aveva evidenziato, e che il bios stesso conferma. Non crede che sia ora, anche per una questione di ritegno e rispetto istituzionale, di cessare questa farsa poiché è acclarata la verità storica?! 

Amministrare un bene comune non significa farne quello che ci pare, come, e in modo dissennato, preparare nastrini e cartellone e celebrarne falso dato storico su S. Nicodemo che NON È NATIVO DI CIRÒ, e l'errore è ancora più grave poiché il non sapere scusa, il dato saputo negato è, invece, mala fede!!! 

Nel voler disporre di un bene pubblico e affiggere qualcosa -nastrini- è necessario un'ordinanza del Sindaco, cui ricordo che i Santi non sono materia di amministrazione pubblica - la storia si studia e studiare evita di inciampare e con malafede nel ridicolo. 

Nel caso di specie, e a quanti si sono girati dall'altra parte manifestando congenita insignificanza, a derisione di onestà intellettuale operata, faccio presente che, certamente, i lampioni sono un bene comune; ma se se ne vuole disporre come ci pare non è lecito se non sussiste un'ordinanza sindacale che ne corrobori utilità e necessità pubbliche, cosa che non è sussistita e non sussiste per quanto agito a Cirò con i nastri affissi a lampioni e inferriate. Una follia dissennata ha fatto perdere ogni controllo, o forse occorre accelerare tempi di apparenza e appropriazione storica indebita per altri fini? 

Del tutto inaccettabile in un paese civile tale sporco e disonesto agire!! Ogni cittadino può e deve sentirsi libero di togliere 'impiccio' laddove ordinanza non viene emessa. È reato togliere qualcosa se sussiste un'ordinanza sindacale. NON È REATO se questa non sussiste, ed È LEGITTIMO opporsi all'affissione la dove il cittadino non gradisce far parte del sistema ridicolo, -È UNA VIOLENZA FARE IL CONTRARIO- ancor più se, appunto, non sussiste ordinanza sindacale. 
SONO STATA CHIARA?! 

Allorquando ho voluto avere contezza dell'agire, l'amministratore e, allo stesso tempo, responsabile del gruppo festa del povero S. Nicodemo, alla domanda dei Carabinieri - di cui la sottoscritta ha chiesto intervento, poiché con gli aggressori non si dialoga- circa la sussistenza di un ordinanza, lo stesso amministratore S. Giardino rispondeva: "Non c' è un'ordinanza del sindaco, ma abbiamo fatto una petizione popolare per mettere nastri a s. Nicodemo". 

Domanda: dove, e da chi è stata promossa petizione? Era ab intra locali o ab extra locali?
I promotori sapevano che una petizione non è strumento appropriato poiché non sussistono "comuni necessità pubbliche" come previsto dalla Costituzione, e che non ha valenza per richiedere questioni di natura estetica quale l'allestimento di una festa?! E, procedendo, dopo aver accertato l'ovvietà della nostra, mia e di mia sorella, opposizione all' affissione di un nastro senza senso, soprattutto visti i metodi arroganti e sprezzanti con cui SIAMO STATE VERBALMENTE AGGREDITE, e naturalmente ci siamo difese, sussistendo la non ordinanza sindacale, il lampione, così come era, è rimasto, senza il nastro. Senonché, andati via i carabinieri, passata mezzanotte, a beffa anche dell'arma, è stato apposto un nastro sul lampione. (1agosto2025) 

La gravità sta nella prepotenza agita dagli amministratori nei confronti di concittadine e per imporre falso storico. E non si vergognano! Mai potremmo assecondare paganesimi né sistemi affaristi che solo dissacrano la storia, il senso cristiano e la Chiesa. 

Siamo liberi di non condividere né assecondare assurdità? O il bavaglio, con la prepotenza, soprattutto se per donne, e di certo spessore intellettuale, è l'unico strumento che si ritiene di usare, con la collaborazione dei servi della gleba, e per rendere un Santo a forza nativo di Cirò?! 
Ed è più chiaro e evidente la forzatura anche sulla storia di Lilio. A Cirò la storia si vuole 'pilotata'? La sottoscritta non ci sta!!! 

Richiamo, altresì, attenzione sulla ingannevole dicitura attribuita a Papa Urbano VIII, licenziosa e assolutamente infondata, affissa nel Palazzo Comunale di Cirò. Mera cantonata storica, che non onora il santo patrono Nicodemo, la Chiesa, Papa Urbano VIII, tanto meno l’Ente Cirò che ha carattere istituzionale pubblico, non privato. La verità storica dalla sottoscritta studiata chiarita e pubblicata ESIGE il RIPRISTINO DEL DECORO ETICO-CULTURALE dell’ente pubblico Cirò. 

Rinnovo consiglio spassionato agli amministratori e attori ossessionati di tanto nefasto agire di mera involuzione socio-culturale: VERGOGNATEVI, DIMETTETEVI e STUDIATE!!! 

Dott.ssa MARIA FRANCESCA CARNEA

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