mercoledì 29 aprile 2020

CATERINA DA SIENA, EDUCATRICE PER UN UMANESIMO DI SPERANZA

S. CATERINA DA SIENA, Dottore della Chiesa, Compatrona d'Italia, e d'Europa.
(Siena 25 marzo 1347 - Roma 29 aprile 1380)
Laica, fu modello di capacità comunicativa, esempio di speranza umana nella verità, nella carità operativa. Portatrice sana di valori, vive con intensità estrema, non estremista, il suo essere persona, il suo essere innamorata del Bene e esigerlo per ognuno. Si lascia conoscere nelle sue Lettere e nel Dialogo, da cui è possibile desumere i principi di una filosofia sociale. Caterina, da educatrice, per un umanesimo di speranza, sa bene che tutti gli uomini possono agire razionalmente se posti in condizioni di farlo, cioè se educati. 

Esemplare nel suo prodigarsi per la pace, per l’edificazione dell’uomo, mai si è sottratta dal proclamare verità, anche se a volte scomode e sgradite. Nella verità Caterina ha trovato alimento, nutrimento dell’anima, si è resa messaggera, testimone di coerenza, di amore, di quel fare capace di generare giustizia. L’andare verso il prossimo è il fondamento di quest’atteggiamento fortemente umano. Mai monade Caterina, sicura piuttosto dell’essere in nessun momento della sua vita da sola, integralmente accompagnata dalla Verità dello spirito che ha saputo discernere nel cognoscimento di sé, magnificenza in cui è penetrata. Ella esorta all'alterità poiché l’isolamento egocentrico, il non prendere responsabilmente posizione, non è solo un attentato verso gli altri, nella società, ma un attentato verso se stessi: l’inerzia del giusto comporta nocumento di amore verso Dio Padre, verso se stessi, verso il prossimo. È necessario dunque impegnarsi con verità e carità per la giustizia, mancare d’amore per la verità è mancare di giustizia.

Invito ad avvicinarsi a Caterina, a meditare sul miracolo della sua vita, poiché significa tuffarsi realmente tra fiamme d’incendio, fiamme insopprimibili della fede e dell’amore, e l’odore di sangue, sangue che ricorre continuamente nei suoi scritti, è il sangue del sacrificio di Cristo, che attraverso Caterina si rinnova con emissione incessante nelle vene dell’umanità. Cristo le è accanto ad ogni passo, in ogni atto della nuova vita. Egli solo le è maestro. È questa la causa dell’irremovibile libertà di Caterina dalle convenzioni, dai futili doveri, dalle critiche del mondo. Lei viveva nel mondo, non se ne estraniò mai, anzi in esso trovava la sua linfa, poiché in esso viveva di Cristo, in esso erano innumerevoli le anime da conquistare, amare, salvare e il coraggio della sua carità non conobbe limiti. Non esitò di donare a un mendico, non avendo altro da offrirgli sull'istante, il proprio mantello nero delle cosiddette Mantellate; eppure sapeva che, in quel tempo, solo le donne di malavita potevano percorrere le vie della città senza mantello. E alle rimostranze degli amici, che glielo riscattano, risponde: «Preferisco rimanere senza mantello che senza carità». Praticò la carità nella verità, che conosciuta e accolta non può essere tenuta nascosta ma va comunicata agli altri, secondo l'espressione di Tommaso d'Aquino: "Contemplari et contemplata aliis tradere", nella consapevolezza che "Solo la verità ci farà  liberi". Il magistero politico della Senese trova genuina espressione nel: "Niuno stato si può conservare nella legge civile e nella legge divina in stato di grazia senza la santa giustizia". (Dial.  c. 119). E, della giustizia scrive: "Sempre riluca nei petti vostri, lavandovi da ogni amor proprio, attendendo al bene universale della vostra città e non propriamente al bene particolare di voi medesimi". (L. 367).

A S. Caterina gratitudine immensa ❤ 🇮🇹



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