giovedì 1 dicembre 2011

Per la Responsabilità Sociale d’Impresa nuove opportunità e sfide dal web 2.0

La realizzazione di una wikipedia della responsabilità sociale d'impresa, Enciclopedia virtuale sulla CSR, Corporate Social Responsibility, /RSI, Responsabilità Sociale d’Impresa, rivela una consapevolezza più forte per le imprese che si dimostrano sempre più sensibili all’utilità dell’impegno sociale. La nuova proposta web raccoglie i 175 termini pubblicati nel Dizionario CSR. (http://www.osservatoriosocialis.it/enciclopedia/). 

Sulla scia delle innovative forme di comunicazione, l’originalità dell’iniziativa consiste nel coinvolgimento diretto degli utenti, manager, dipendenti delle imprese, non profit, istituzioni, Università, invitati tutti a contribuire alla crescita della struttura, arricchendola di nuove voci, proponendo spunti di riflessione, lasciando propri commenti. Un’agorà virtuosa, ideata nell'ottica della condivisione e dell’ascolto, fondamentale nell'era della comunicazione digitale e del web 2.0. La comunicazione con gli stakeholders diventa pertanto un apprezzabile momento di scambio e di coinvolgimento.

Il principio secondo il quale essere socialmente responsabili significa non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di là, investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate, contribuendo a una società migliore, determina il superamento del modello economico perfetto, che piloti al massimo la produttività. È generato così un approccio ben più illuminato e illuminante che considera le persone e il contesto ambientale non come mero strumento per l’attuazione delle esigenze commerciali d’impresa, piuttosto come patrimonio da coltivare e rendere fecondo in senso propositivo. 

Dal IV Rapporto sull’Impegno Sociale delle Aziende in Italia, realizzato da SWG per l’Osservatorio Socialis di Errepi Comunicazione, si evidenzia un’attenzione delle imprese che si mostrano capaci di cogliere l’importanza dell’impegno umanitario, della tutela dell’arte, dell’ambiente, del finanziamento alla ricerca scientifica, della tutela dei dipendenti, realtà strategiche per uno sviluppo durevole, per cui più sostanza, più produttività di capitale umano, al di là anche dell’innovazione tecnologica. 

Dal rapporto, dunque, realizzato su un campione di 800 aziende con oltre 100 dipendenti, si nota, a conferma del trend positivo degli ultimi anni, la crescita delle imprese che investono in iniziative di responsabilità sociale.

Con riferimento alle tipologie di attività attuate, si distinguono iniziative di solidarietà sociale e azioni umanitarie, così come un terzo delle aziende è parso orientato a una serie di servizi tesi a migliorare le condizioni dei dipendenti. Le aziende più grandi puntano inoltre a un approccio multistakeholder, guardando, cioè, a entrambe le dimensioni. S’incrementa inoltre l’idea di mettere a disposizione le proprie risorse o di attivare dei gruppi di lavoro interni, diffondendo questo tipo di cultura anche tra i dipendenti.

Il coinvolgimento del personale prevale tra i criteri per la scelta delle iniziative su cui puntare, unitamente alle credenziali dell’ente proponente o beneficiario. noltre, una credibile rivoluzione sociale considera il buon business necessariamente legato non solo idealmente, ma soprattutto con azioni concrete, a una dimensione sociale, seppur permanga, purtroppo, una parte d’imprese che si dirige su simili iniziative solo per averne un ritorno in termini d’immagine.
 Dall’analisi emerge, pertanto, l’importanza non solo dei network aziendali, ma anche dell’interazione interna all’azienda che si viene a creare con i collaboratori, i fornitori, i partner, le istituzioni locali.

Armonizzare sviluppo economico con sostenibilità sociale risulta, per le aziende, una scelta tanto auspicabile, quanto fattibile. E le aziende sembrano aver acquisito sia consapevolezza dell’importanza di tale prospettiva, sia dell’operare in reale integrazione con le molteplici possibilità offerte dal web 2.0, al fine di essere parte costruttiva di una buona crescita produttiva, alimentata dal fattore sociale, per una produzione etica del bene economico.

Una sana risposta, reazione alla crisi sociale, alla recessione economica che si vive da mesi, in Italia e nel resto del mondo, segno tangibile di solidarietà costruttiva e rinvigorente. Alimento di speranza di operatori che mantengono alti gli orizzonti della produttività di cui “la politica” sembra non essere all’altezza.

Il fine bello del bonum facere e la cooperazione al bene sociale non possono che nobilitare e rendere produttività all’impresa che ben opera, oltre che valorizzare il proprio capitale umano. Rilevanza sociale e ricaduta sul territorio costituiscono requisiti primi di ogni buon progetto e, anche per questo, è d’integrativo ausilio la sfida offerta dal web 2.0. 



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