sabato 8 ottobre 2011

Limpidezza nella comunicazione della cosa pubblica


"L'uomo, il genere umano, non si differenzia per il colore della pelle, per  la sua posizione politica, per essere alto o basso, per un credo diverso da professare, per essere contadino o professore; l'unica vera differenza' è data dal fatto che gli uomini si distinguono in: galantuomini e canaglie", così nei primi anni del secolo scorso scriveva lo storico Salvemini. Questa differenza ci fa dire che siamo disposti a stringere la mano a quei galantuomini che sanno essere tali nelle azioni e nella coscienza, di qualunque ceto sociale, di qualunque parte politica, di qualsiasi razza, di qualsiasi religione siano.

Non siamo disposti, invece, a stringere la mano alle canaglie. Questa distinzione deve essere riproposta alla riflessione di tutti, per una lineare limpidezza nella comunicazione.

Senza sacrifici non si può uscire da una tempesta, ed è in una tempesta che il Sud d’Italia si trova, così come infiniti sono i sacrifici in cui la gente si imbatte. Quale la causa di tutto ciò? Quanti agiscono per risollevare le sorti del Mezzogiorno? Quanti sono i galantuomini che agiscono senza spirito di parte (o di partito), senza distinguere le diverse classi sociali, senza avallare il clientelismo? Quante sono le canaglie che avallano, invece, situazioni che sfociano nell'illegalità?

Il Mezzogiorno, questione nazionale, è dilaniato da traffici illeciti e collusioni politico-mafiose. In uno Stato in cui la legalità diventa solo un fatto apparente, non si può vivere tranquilli. Per affrontare la questione meridionale bisogna cominciare a sanare quella piaga del facile guadagno realizzato dai clan di facoltosi delinquenti, oltre che supportare una lineare limpidezza nella comunicazione.

Non è utopia poter dire: c'è un tappeto ricolmo di polvere, di acari, bisogna "batterlo" e ridargli quei colori veri, raggianti, gioiosi, vitali della bellezza della natura originale, non imbrigliata in ragnatele di "apparenti" professionalità amministrative. Forse, così, questo nostro Sud, contadino e marinaio, tornerebbe a splendere di luce propria.

[Foto: Senatore Romano]

(Pubbl. su L’Attualità, Ottobre 1998)

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