sabato 17 febbraio 2018

Dialogo con Giordano Bruno: la libertà di pensiero è un dovere 

Ancilla, sappi che la libertà di pensiero è un dovere, non un diritto, il dovere proprio di ogni creatura di riconoscere che generoso riguardo si deve al lume d’intelletto, capace di superare, per amore del Cielo, ogni inettitudine e limite umano. È il dovere di riconoscere che al Bene si deve tendere, quel Bene d’Infinito da cui deriviamo. Il dovere è moto di coscienza, passione che incarna l’amore per il prossimo, innestando la vita.

Di me posso dirti: Ho posseduto illecitamente senza licenza alcuni libri, ma stimo che la scienza è di genere buono e presso gli uomini santi e giusti; la scienza è come una spada, che sta male in mano ad uno scellerato ma potrebbe star bene in mano di un uomo timorato di Dio. 

Abbi dunque amore per il lume d’intelletto che ti fa libero pensiero, amante del sapere profondo che non si chiude nelle gabbie dorate, piuttosto vola libero nello spazio dell’infinito pensare. Incrocerai quanti, chiusi d’intelletto e proni della ragione, servi di un dio minore, insisteranno a che tu ti pieghi. Vola via da questa malvagità che produce solo male, poiché male viene da chi costringe la luce d’intelletto a spegnersi.

Ma, fra Giordano, viviamo in un tempo in cui libertà significa anarchia, verità significa interesse, e dove il sapere, come la scienza, non sono più in alcun conto. 
Come ovviare? 

Ancilla, la storia nulla insegna a coloro che del Bene
poco interessa. Sono spenti alla comprensione che il bene massimo è l’intelletto, capace di pensare savio e con rispetto. Ma non ti avvedi di come arrancano, ognuno convinto di saper raccontare meglio dell’altro la propria verità, ingannando e con chiara falsità, disprezzando l’umanità che solo spera di sapere e di bene stare. Le mie carni ancora ardono per amore non del punto di vista, del soggettivo pensare, ma di un bene comprendere comune, da condividere. Finché amore per se stessi dilania gli animi incolti, piegati al servire le paure e le nefandezze, orizzonte di amore puro non si può intravedere. E saranno vuoti tutti i discorsi che inneggiano alla cultura, come alla scienza, come vuota si è resa la società civile. 

Cosa possiamo attenderci? 

Ognuno è figlio del proprio tempo ma, se osservi bene, i tempi per i valori e le virtù sembra non riescano a maturare mai, lasciati alla dissennata interpretazione. Questo grazie all’uomo misero e pieno di sé, incurante della sua radice, e di essere limitato, rendendosi attore di un unico fine: offuscare, cancellare, eliminare. Solo un uomo meschino può prevedere la morte per il libero pensiero, comunque per un essere umano, pensando così di aver eliminato ciò che ha in sé la natura eterna: libertà che mai si piega, che sa discernere il giusto dall’improvvido, l’intelletto savio dall’interesse cùpido, e che solo nella effettiva comprensione della carità intellettuale, dà il senso pieno ai valori della vita, delle virtù, dello sviluppo umano. Ma l’uomo, ancora, non è adulto! Vegliare con coraggio, sferza ogni paura, solo l’esempio guida.


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