lunedì 26 febbraio 2018

Il laicato cattolico, oltre la faziosità e la confusione dei valori

Il credente agisce come cittadino nello spirito e nella lettera della Costituzione e impegna se stesso, la sua categoria, la sua classe, il suo partito, non la Chiesa. È quanto sostenne Alcide De Gasperi nel 1954, ma questo intendere sembra proprio lontanissimo dall’esercizio politico attuale, in cui tutto è strumento da usare, di tutto ci si serve, secondo buona misura machiavelliana che giustifica i mezzi, senza tener conto che il fine del pro bonum facere segue altri dettami e valori. 

Una quaestio è d’obbligo: c’è ancora in politica qualcuno a cui interessa il bene comune?

De Gasperi seppe dare dignità al laicato cattolico, rendendolo maturo, mantenendo nel contempo rispetto per la Chiesa. Ha creduto fermamente nel valore umano del Popolo cattolico e nel suo spirito, tenendo nettamente e chiaramente separati fede/religioni/stato.  

L’uomo, soprattutto in politica, anziché fare tesoro e progredire sugli insegnamenti dei Giganti, rimane affetto da nanismo acuto, da cui non riesce a guarire e il motivo è il suo egoismo, la sua arroganza, e delirio di onnipotenza. Addirittura giunge a scene estremiste pur di convincere della purezza del proprio credo, quando il credo è portento e fortezza del cuore e non si fa usare, ma opera nel silenzio, non decanta, né sventola bandiera, ma riconosce con gratitudine l’attività umana che si ingegna per generare bene. Si è in sostanza, non in apparenza, esseri umani.

È vero che il Popolo di Dio è la Chiesa, è un Popolo sollecito nel comprendere, forte nell’amare, temerario nell’intelletto, audace e appassionato nel desiderare, sa mettersi a servizio vero della speranza che edifica l’umano. Non ci sta però a essere circuito dall’inganno e dalla miscredenza. 

Ergo: la laicità non è libertà individuale operata da minuscoli borghesi, coperti dal benessere, per cui ci si autolegittima a fare ciò che si vuole. Laicità è, piuttosto, un disegno di vita, fondato sul rispetto della complessità della persona, sulla memoria storica, sulla fiducia nella capacità della politica di trovare un punto di conciliazione, che non sia la rinuncia a ciò in cui si crede. Laicità è anche comprendere che è sempre meglio lottare per abbracciare il bene, farsi portatori sani di valori etici, in grado di fare la differenza, piuttosto che rammaricarsi. Val la pena tentare, val la pena amare per rinnovare mitezza rivoluzionaria, atta a superare faziosità e confusone di valori.


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