Chiedersi cosa sia cultura, è formulare domanda sul fondamento dell'esistenza umana. Cultura viene da 'colere' che significa coltivare. Non è cultura coltivare un 'sistema' socio-politico a propria immagine e somiglianza, trasformante, ghetto fluido di rappresentanza che pretende accettazione. Cultura è sensibilità e non chiede in nessun modo visioni di parte, è chiamata a essere 'terza' in quanto estrapola dalla caverna la bellezza della conoscenza reale. Cultura, più d'ogni altra cosa, lavora per il Bene Comune, è lo strumento più potente capace di cambiare sistemi ombrosi. Richiede rispetto, sa farsi democratica, non si allontana dalla realtà, non alimenta spaccature, poiché ha in sé la trasmissione dell'evidenza. Soprattutto non è omertosa, rende verità con luce di intelletto.
Cultura, come fondamento dell’esistenza umana, unitamente a libertà e democrazia di cui è aspetto sostanziale, chiede impegno, coerenza, costanza, non va d'accordo con la superficialità cialtrona, nè con il relativismo mistificatore. Sollecitare domande piuttosto che raccogliere certezze, è compito arduo ma necessario allo sviluppo del bene comune, è l'oltre scandaloso e costruttivo cui tende il Filosofo.
Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Gv. 8,32). Duc in altum, per aspera ad astra.
👉 𝑰𝒍 𝒄𝒂𝒍𝒆𝒏𝒅𝒂𝒓𝒊𝒐 𝑮𝒓𝒆𝒈𝒐𝒓𝒊𝒂𝒏𝒐, 𝑳𝒖𝒊𝒈𝒊 𝑳𝒊𝒍𝒊𝒐, 𝒍'𝑼𝒎𝒃𝒓𝒊𝒂 𝒆 𝑭𝒓𝒂𝒔𝒄𝒂𝒕𝒊: 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒓𝒂𝒅𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆𝒏𝒛𝒂

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