martedì 17 giugno 2025

ABITARE LA CULTURA DELLA VERITÀ

Lo studio a tema “SANTITÀ E PROCEDURE DI CANONIZZAZIONE” mette insieme più anime: canonistico – procedure; storico – evoluzione storica; dogmatico – nella dottrina cattolica. 
Dal dato storico emergono diverse specificità di rilievo, ne riporto alcune.
  •  Specificità legata a LUIGI LILIO
[…] Nel 1580 Gregorio XIII affidò al card. Guglielmo Sirleto (1514-85) l’incarico di preparare un’edizione del Martirologio romano. Della commissione appositamente nominata facevano parte Silvio Antoniano (†1607), Cesare Baronio (†1607), che ebbe la parte principale, Lodovico de Torres, Luigi Giglio (Lilius) che compose la tabella temporaria, l’explicatio... ad pronuntiationem lunae e la tabella delle lettere in capo a ciascun giorno, Pietro Chacon (†1581), toletano, già membro della commissione per la riforma del calendario, Gerardo Vossio (Vossius), belga, noto editore dell’Opera san Gregorii Thaumaturgi (Magonza 1604), l’umanista Latino Latini (†1593), Curzio Franco (o de’ Franchi), canonico vaticano, segretario della commissione, Antonio Geronio di Tarragona e il teatino Antonio Agellio, vescovo di Acerno (†1608). A questi si aggiunse pure il francescano Giovanni Salon e, con più probabilità, Giambattista Bandini. Il lavoro fu condotto con molta energia e fu pubblicato a Roma nel 1583: Martyrologium Romanum ad novam Kalendarii raiionem et ecclesiasticae historiae veritatem restitiitum, Gregorii XIII Pont. Max iussu editurn, 1583. Dopo una seconda edizione, venne finalmente nel 1584 l’edizione ufficiale per la lettura in choro munita della Cost. apost. Emendato del 14 genn. 1584, con la quale Gregorio XIII omni alio Martyrologio amoto la prescrisse per la Chiesa universale. […] Nella giusta persuasione che questo lavoro era stato intrapreso con mezzi insufficienti, Sirleto nell’estate 1583 incaricò il dotto Baronio di corredarlo di note esplicative e di emendamenti. Nello stesso anno fu in grado di pubblicare a Roma, abbiamo visto, il Martirologio Romano – Martyrologium Romanum ad novam Kalendarii rationem et ecclesiasticae historiae veritatem restitutum – che nell’edizione successiva del 1584 fu dichiarato ufficiale dal Papa, e inserito nei libri liturgici. […] (Cf. Maria Francesca Carnea, SANTITÀ E PROCEDURE DI CANONIZZAZIONE, Ed. Ind. Publ., 2025, pp. 61-63).

Rimando al testo integrale per approfondite note e dettagli. È evidente la novità aggiunta di un tassello importante che accresce contesto temporale e conoscenza di Luigi Giglio/Lilio.

Papa Gregorio XIII, approvò il primo Martirologio Romano. Questo dato permette di chiarire, aggiornare date, tempo storico dell’esercizio professionale del personaggio Luigi Giglio/Lilio, e aiuta a contestualizzare circostanze per una più puntuale determinazione storica, riscontrando un pregresso professionale che ha condotto Lilio a impegnarsi nella proposta per la riforma del calendario Gregoriano. Ha dunque una ragione concomitante la sua proposta di riforma. Si aggiunge, contestualmente, un rinforzo significativo per una maggiore comprensione del personaggio Lilio, del quale rimane a tutt’oggi ignoto dove sia nato, vissuto, morto — cf. M. F. Carnea, Luigi Lilio, un italico matematico mistero, il calendario Gregoriano e Cirò, antica Chone (KR), pp. 63-77.
La prudenza dell’onestà intellettuale mai prevarica l’attendibile riscontro, e sollecito al superamento della stantia, attualmente impropria attribuzione di natali a Lilio; di non abusare di ciò che non è dalla verità storica acclarato, né oltre alimentare titolazioni sprovvedute, adottate a marketing fallace, quanto inappropriato: la buona fede si riscontra nel ‘non conosciuto’, quando dati nuovi emergono a confutazione, e vengono civilmente esposti, non si può parlare più di buona fede. La ricerca, come la storia, è materia viva che genera conoscenza, certo non induce distorsioni, e auspico una più aperta e sollecita cultura di ricerca. Negli elementi di ragionevolezza si dischiude la bellezza del sapere con cui bisogna fare i conti, è con questa verità che si nobilita cultura, territori, se ne valorizzano risorse. E, con Savonarola, la verità è la perfezione del nostro intelletto, e la purezza della coscienza è la disposizione necessaria per ricevere la verità, quanto più l’uomo è purificato dagli attaccamenti terreni, tanto più conosce e abbraccia le verità e allontana le falsità da se stesso.
  • Specificità legata a S. NICODEMO da SIKRÒS
Dei processi di canonizzazione, del come si giunse a determinare la canonizzazione e ad opera di chi, tratto ampiamente e rimando al testo: M. F. Carnea, SANTITÀ E PROCEDURE…, cit., pp. 39-47; 70-81. Mi soffermo su una bizzarra, quanto ingannevole dicitura attribuita a Papa Urbano VIII, licenziosa e assolutamente infondata. In modo dettagliato, e inequivocabile, l’approfondimento storico - cf. M. F. Carnea, SANTITÀ E PROCEDURE…, cit., pp. 87-91 -, fa emergere l’errata attribuzione a Papa Urbano VIII dell’espressione riportata in santino/figurina, affissa, con tanto di cornice, nel Palazzo Comunale di Cirò (KR), marzo 2024, a maggior gloria di inculturazione e servitù privata locale. In questa figurina si recita: “S. Nicodemo abate di Cirò, santo patrono e cittadino di Cirò – Papa Urbano VIII – 2 marzo 1630”. Per ovviare tale stramberia cf. M. F. Carnea, S. Nicodemo da Sikròs. Monaco eremita del Kellarana, IlTestoEditor, 2021, in cui è acclarato l’errore di attribuzione di nascita del santo a Cirò, e chiarita la documentazione dell’anno di nomina a Patrono di Cirò: 14 gennaio 1696. Fantasie locali, con supporti traversi, hanno voluto incorniciare l’errata effige in un quadro, con dicitura di mera cantonata storica, che non onora il santo patrono Nicodemo, la Chiesa, Papa Urbano VIII, tanto meno l’Ente Cirò che ha carattere istituzionale pubblico, non privato.

Rimando al testo per approfondite note e dettagli. La bellezza della verità storica confermata e chiarita fornisce dati utili al ripristino del decoro etico-culturale dell’ente pubblico.

Raccomando, frattanto, di levare suddetta cantonata, castroneria incorniciata e affissa nel Municipio di Cirò, sede istituzionale, con il beneplacito del sindaco M. Sculco, della giunta comunale, del consiglio comunale, e dei tifosi dell’inculturazione che ne hanno supportato e assecondato disdicevole divulgazione, anche con ripetuti tentativi agiti a discredito di verità storica acclarata del Santo, dalla sottoscritta (e non solo) resa nota e dal 2017. Naturalmente, il dato culturale non inficia, in alcun modo, il culto dovuto al santo Nicodemo, terzo, in ordine di elezione, Patrono di Cirò, nel 1696; il primo eletto fu s. Francesco da Paola, nel 1634; il secondo s. Antonio di Padova, nel 1666. Va da sé che esporre cantonate storiche, assecondarle ancor più da chi dovrebbe tutelare credibilità e bene comune del territorio, a salvaguardia di attendibilità, e non panzanate che ridicolizzano anche ogni tradizione, non rende meriti, direi che esprime lauti demeriti, deistruzione, specialmente per il ruolo istituzionale che si ricopre. La Cultura sana, e lo raccomando anche a scuole, istituti superiori, associazioni, è unico reale strumento attivo capace – con evidenza, nonostante tentativi ad imbavagliare –, di nobilitare e far evolvere un territorio reso ibrido. Ergo: Il seme giusto della parola germoglia, cresce, fruttifica nella verità, poiché: Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit – quando la carità è animata e la giustizia è ordinata, il giusto vive. (Giovanni Paolo II, presentazione del nuovo Codice di Diritto Canonico, 3 febbraio 1983).

Il testo è disponibile: SANTITÀ E PROCEDURE DI CANONIZZAZIONE



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