giovedì 13 giugno 2024

S. Antonio di Padova, Doctor evangelicus - Santo Protettore di Cirò

S. Antonio nasce in Portogallo, a Lisbona, nel 1195. Venne battezzato con il nome di Fernando. Adolescente entra nel convento agostiniano S. Vincenzo di Lisbona, successivamente si sposta a Coimbra dove approfondì la sua formazione religiosa dedicandosi allo studio delle scienze umane, bibliche e teologiche. Fu uno degli ecclesiastici più colti dell’Europa del suo tempo.

Nel 1220 Fernando viene a contatto con i frati minori di S. Francesco d’Assisi che portarono a Coimbra le reliquie di missionari francescani uccisi in Marocco. È il primo contatto che ebbe con i francescani giunti in Portogallo, incontro che lo segnò profondamente al punto di, nel settembre del 1220, decidere di lasciare il Portogallo, i Canonici agostiniani, ed entrare a far parte dei seguaci di Francesco d’Assisi. Abbandona il nome di battesimo per assumere quello di Antonio. Parte alla volta del Marocco. Qui contrae una grave malattia. Non guarendo decide di rimpatriare. La nave su cui era imbarcato, però, naufraga rovinosamente in Sicilia. Da qui, dopo qualche mese di convalescenza, ripresosi, si reca ad Assisi. È l’occasione per incontrare Francesco, la circostanza è il Capitolo delle Stuoie, il 30 maggio 1221. Sarà un incontro semplice ma capace di confermare e ancor più infervorare la scelta di Antonio. La rivelazione del suo talento come predicatore fa emergere la sua profonda cultura biblica e, sul finire del 1223 gli viene proposto di insegnare teologia a Bologna, compito che svolge per due anni. Sant’Antonio fu tra i primi religiosi dediti all’insegnamento della teologia nella fraternità dei minori, ricevendo l’approvazione di san Francesco. Ricoprì l’incarico di Ministro Provinciale e predilesse la città di Padova, dove farà soggiorni ravvicinati fra il 1229 e il 1231, e in questo stesso anno, il 13 giugno, muore precocemente. Nonostante il breve periodo in cui si è trattenuto a Padova, con questa città Antonio instaura un fortissimo legame. Venne, successivamente, edificata in Padova una Basilica dove riposano le sue Sacre spoglie. Papa Gregorio IX lo proclama Santo il 30 maggio 1232. Nel 1946, Papa Pio XII proclamerà S. Antonio, Dottore della Chiesa universale con il titolo di Doctor evangelicus.

Cirò, Paese collinare in provincia di Crotone, ha antica devozione per S. Antonio di Padova e lo volle come suo Santo Protettore. Dall’Archivio di Stato di Catanzaro, nel protocollo del notaio Blefari Giovan Domenico relativo all’anno 1665, f. 327, risulta che l’Università del Cirò il 13 settembre 1663, in pubblico e general parlamento, elesse S. Antonio di Padova suo Protettore, cioè fu concluso in detto pubblico parlamento che si debba ricevere il detto miracoloso s.to Ant.o per Protettore di detta Patria del Cirò, e suoi cittadini, et habitanti, con obligo di sollennizzare la festa ogni anno à 13 di Giugno nella Chiesa dé Patri Con.li (Conventuali) di detta terra, cioè nella Chiesa del Convento di S. Francesco d’Assisi.

È bene, altresì, ricordare che Cirò, fervente di devozioni, unitamente a S. ANTONIO di PADOVA, Protettore, si pregia, inoltre, di due gloriosi Santi Patroni e Protettori:
    S. FRANCESCO da PAOLA e, dall’Archivio di Stato di Catanzaro, nel protocollo del notaio Nasca Filippo, che comprende gli anni dal 1630 al 1634, e precisamente nell’atto al foglio 567, datato 6 giugno 1634, redatto a Cirò nel convento di S. Francesco di Paola, si legge: Li giorni passati (cioè il 1° maggio 1634) fu proposto e concluso in pp.co (pubblico) parlamento che se ricevesse e se prendesse per Patrono e Protettore di detta t.ra (terra) il glorioso San Francesco de Paola.
    S. NICODEMO da SIKRÒS, dall’Archivio di Stato di Catanzaro, atto del notaio Giuseppe Fortuna del 14 gennaio 1696, presso l’Archivio di Stato di Catanzaro, da fogli 1-2v del relativo protocollo. D. Carlo Francesco Spinelli, Principe di Tarsia e Marchese di Cirò, avanti al notaio, al regio giudice e ai testimoni, presenta una reliquia, cioè una mascella con due molari del Corpo di S. Nicodemo. Il Vicario Diocesano, visti gli attestati sull’autenticità della reliquia prelevata dal Corpo di S. Nicodemo e sulla venerazione verso tale Santo, in data 14 gennaio 1696, dal palazzo vescovile di Cirò, concede il suo beneplacito e la proclamazione di S. Nicodemo a Patrono e Protettore di Cirò.
Di S. NICODEMO, è fondamentale tenere ben distinti il culto del santo e le leggende, surclassando ogni folklore con cui si cerca di sedarne storia. Dal bios del Santo, conosciamo il luogo di nascita: Sikròs, -che non è Cirò, dove non è mai venuto- e in cui, quindi, non esiste una casa natale. Il bios riporta il giorno della morte del Santo, 12 marzo all’età di 70 anni, mentre non fa alcuna menzione del giorno di nascita che, dunque, non può essere inventato. La festa liturgica di S. Nicodemo è disposta al 12 Marzo. Studi compositi hanno acclarato anno di nascita il 940, anno di morte il 1012.

Nella solennità di S. ANTONIO, desidero ricordare, con gratitudine, e porgere un caro augurio alla CONGREGAZIONE delle RELIGIOSE FRANCESCANE di SANT’ANTONIO, fondata dalla Venerabile Madre Miradio della Provvidenza. La Congregazione, con le sue Rev.de Suore, è stata presente, e in feconda attività, a Cirò come Istituto Assistenziale dal 1938. Una grande impresa caritatevole, grondante di operosa spiritualità, di cui si rese artefice e a cui si dedicò la nobildonna Teresa Siciliani Pometti, facendo alla Congregazione delle Suore donazione del palazzo Pometti, sede dell’Istituto stesso. Con l’auspicio che S. Antonio possa intercedere presso Nostro Signore affinché, nel tempo, riporti le Suore Francescane di Sant’Antonio a Cirò, presenza spirituale arricchente per la Comunità.

Il fulgido Sant’Antonio di Padova, testimone esemplare di fede, innamorato della Parola di Dio, fecondo nelle grazie, innesca dinamiche d'amore che sgorgano in umanità e conoscenza profonda. La sua testimonianza di luce d’intelletto e grazia del linguaggio, imbevute di dolcezza, affascina, giunge ai cuori e sa edificare umanità sollecitando all’inquietudine dell’animo, a smuovere le coscienze per ritrovare uno stile di vicinanza al Bene della Verità, che non è mai relativo, né socio di mondanità, ipocrisie, materialità. Lasciamoci inquietare senza mai stancarci dell'azione al bene. Il Verbo s'incarna nell'agire fruttuoso della comunione, nell'azione umana che feconda la quotidianità con valori autentici.
Buona festa dell’amato S. Antonio di Padova🌾

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