La cultura
politica moderna è permeata dalla logica della separazione e della parzialità. Il
linguaggio di matrice sofista, non sana i problemi reali, non aiuta a
conoscere, né a capire, tanto meno a riportare la persona al centro
dell’azione della politica e quindi del bene. L’idealismo
assolutizza l’Io, fino ad identificarlo con tutta la realtà; il positivismo,
con le sue presunzioni scientiste, all'opposto, riconduce tutta la realtà
alla sola natura, mentre la metafisica si eclissa. La modernità ha
frantumato l’immagine dell’uomo e, per uscire dalla crisi della modernità,
occorre ancorarsi a un maturo sistema di pensiero organico, da cui trarre
spunto, per ritrovare i fondamenti dell’etica, della politica, dell’educazione,
e che, personalmente identifico nel Tomismo. Dal pensiero dell’Aquinate scaturisce
l’idea della persona umana come entità ontologica, cioè realtà avente valore in
sé, indipendentemente dalla natura, dalla società o dallo stato, che muove la
sua consistenza dal rapporto con l’Assoluto. Di fatto, il recupero della spiritualità
nel fare della politica, è condizione per la ripresa del valore della persona
e, dunque, della rifondazione di un ordine sociale modellato sulla dignità
dell’uomo.
▼
martedì 27 giugno 2017
lunedì 19 giugno 2017
Speranza donna: l’armonico che completa la disarmonia
Femminilità
e mascolinità sono tra loro complementari non
solo dal punto di vista fisico e psichico, ma ontologico. È soltanto grazie alla dualità del ‘maschile’ e del ‘femminile’
che l’umano si realizza appieno. Scrive Tommaso d’Aquino: Il mondo sarebbe imperfetto senza la
presenza della donna (Iª q. 92 a. 1 ad 3). Nel divenire sociale, la
tradizione del ‘femminile’, assume forme e caratteristiche diverse, anche
contrastanti nell'arco dei secoli, e più sostrati si sono ramificati. Per
l’Aquinate, la diversità dei sessi
rientra nella perfezione della natura umana
(S. Th., I, 99, 2, ad 1), e la
donna avrebbe, tra l'altro, precipuo compito: la 'generazione',
cosa che nessun uomo (maschio) può fare. Nella quaestio 93, art. 4, precisa che: sia nell'uomo sia nella donna si trova l’immagine di Dio quanto a ciò in
cui principalmente consiste la sostanza dell’immagine, cioè quanto alla natura
intellettiva. Per giungere alla
definizione: donna è l’armonico che completa la disarmonia, cioè l’uomo (maschio).