La crisi morale, economica, sociale nel mondo, è una crisi
meta-fisica e meta-etica. Affonda le sue radici in uno sviamento filosofico,
nella faziosità delle scienze, nella perdita del senso dell'umanità. Urge una
rinascita allo spirito della filosofia, attraverso l’audacia della ragione
capace di superare definitivamente il dato dell'uomo errante. È come se la
società contemporanea, meglio, coloro che dettano gli usi, i costumi, le
dilaganti mode dell’egocentrismo e dell’edonismo tout court, a iniziare dai
professionisti della politica, abbiano fatto a gara per far sì che le realtà
umane, il popolo, si perdesse nel relativismo assoluto, nell'insana ed
esecrabile intenzione di far loro smarrire la strada del Noi sociale.
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mercoledì 30 marzo 2016
venerdì 25 marzo 2016
Io mendicante di Te
Crocifisso, Aula Capitolare, Convento di San Sisto, Roma |
La coscienza
della figliolanza divina costituisce il punto centrale, essenziale
dell’originalità cristiana. Ogni coscienza umana, nella riverenza del Figlio, è
chiamata a porsi in assoluta esclusività di fronte all'Infinito, a mantenersi
ferma con la sola forza del suo io cosciente, per raggiungere il riscatto da
ogni effimera costrizione, e vivere la libertà dei figli di Dio.
Nel mondo
giacente, il Figlio ha introdotto il movimento, il dinamismo, la via che si
apre alla coscienza di essere figli. Le parole: «Chi vede me vede il Padre»,
sono un invito ad assumere, decisamente e coscientemente, la statura di figli
di Dio, a valicare il confine che separa la morale di soggezione dall'etica di
emancipazione, che rende inutili tutti i legami terreni.
mercoledì 23 marzo 2016
Il fallimento di una politica ciarliera
Come la personalità umana è sempre la risultante di un progetto e di cure assidue, così una conquista di civiltà è il frutto delle energie più sane della società, che hanno la capacità di lottare per tradurre un ideale dal piano delle enunciazioni teoriche a quella della realtà vissuta. Ecco che all'educazione del singolo fa riscontro quella del corpo sociale, nel quale ognuno di noi è inserito: non si può migliorare l’umanità se non attraverso la formazione dell’individualità. Occorre, pertanto, formare l’uomo se si vuole una società che sia a misura d’uomo e che non corra il rischio di essere travolta dall'irrazionalità ingannatrice dei ciarlieri, avrebbe detto Caterina da Siena.
mercoledì 2 marzo 2016
La verità: conformità dell’intelletto alla realtà
La conoscenza è azione
dell’anima che permette alla persona umana di tendere verso la realtà. L'uomo, tuttavia, non è solo attratto dalla verità delle cose, ma anche dalla loro bontà:
non solo può conoscere la realtà ma anche amarla e, intenzionalmente, unirsi ad
essa. Di fronte alla bontà e al compimento delle cose, la persona umana prova
un'inclinazione, un appetito. L'appetito, cioè l'inclinazione che si prova
verso qualsiasi tipo di bene, è la forma più universale dell’amore. Oggetto
proprio dell'amore è il bene e, con Tommaso d’Aquino: “L'amore comporta una connaturalità o compiacenza dell'amante rispetto all'amato e, per ciascun essere, è bene quanto a esso è connaturale o proporzionato”
(S. Th., I-II, 27,1).