Si svelano più che mai significative e attuali le parole di S. Caterina da Siena: «Assai triste è colui che, potendo avere fuoco finisce, per propria scelta, di morire di freddo, come chi avendo cibo si lascia morire di fame, innanzi una tavola imbandita». È essenziale riscoprire la “via amoris”, quella dinamicità che il cuore di coloro che non si sentono rappresentati dai serbatoi offerti dalla politica attuale, compresa me, non riesce a trovare, una dinamicità di speranza capace di donare costruttivamente e fattivamente la visione di un progetto paese credibile. Incrociare la suggestiva ‘via amoris’ per superare le disattese di una politica assai screditata.
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sabato 20 dicembre 2014
domenica 16 novembre 2014
Fecondità e carità intellettuale in politica: follia degli arditi pensatori
Nella Lettera a Diogneto,
leggiamo: “Ciò che l’anima è nel corpo,
questo siano i cristiani nel mondo”. La carità è discriminante nella vita del cristiano: “Da questo tutti
sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv
13, 35). Chi è mosso dalla carità mostra un atteggiamento d’illimitata
comprensione e fiducia nel suo prossimo e non si arrende mai di fronte a
nessuna difficoltà. Finanche la fede e la speranza non reggono di fronte alla
carità, che è un amore che abbraccia tutti, che non esclude nessuno. E, a
proposito di speranza, parola in questi tempi molto usata, per averne una
giusta comprensione, dice Tommaso d’Aquino: “La speranza, come ogni altro
moto appetitivo, deriva da un certo amore, cioè dal fatto che uno ama il bene
che attende. Ma non ogni speranza proviene dalla carità, bensì i soli moti
della speranza formata, in forza della quale uno spera il bene da Dio come da
un amico”.
mercoledì 5 novembre 2014
Coraggio e risolutezza per il bene intendere l’azione politica
Profetico fu Giorgio La Pira quando scrisse: “La politica è l’attività religiosa più alta, dopo quella dell’unione con Dio: perché è la guida dei popoli [...] una responsabilità immensa, un severissimo e durissimo impegno che si assume. La politica nasce da una virtù di Dio e si alimenta di essa, altrimenti fallisce, cade, come cade e rovina la casa costruita sulla sabbia”. Viviamo nel tempo in cui c’è un sistema politico, un’impalcatura politica costruita sulla sabbia, perché dimentica del suo valore fondante: la virtù pro bonum facere. L’esercizio pratico della politica ha perso il suo scopo precipuo, cioè il raggiungimento del bene comune nel superamento dell’ego, portatore insano di valori inconsistenti, e l’identità dei ‘popolari’ non è più discernibile per quello che vediamo in coloro che si collocano tra i ‘popolari’.
venerdì 17 ottobre 2014
Il decalogo della lungimiranza: un precetto di fratellanza compiuto dentro a un fremito di coscienza
La più alta forma di libertà, un fremito alla
coscienza cui l’uomo può ambire, fu comunicata, scritta su di una pietra, naturalmente
radicata dentro ogni essere umano che prontamente ne nega l’esistenza,
soffocando la coscienza e assoggettandola all'egoismo più sfrenato e deleterio.
Non è difficile, purtroppo, verificarne il dato reale nella società, che si
trova, per la gran parte, sofferente a causa di pochi detrattori della
coscienza. Legge donata con gratuità e tenerezza, scritta nei nostri cuori e
che, per eccesso di amore, Dio Padre volle inciderne su pietra dettame,
affinché chi non ascoltasse il suo ‘dentro’, eludesse il cognoscimento di se, potesse
leggerne contenuti nel Libro dei libri la Sacra Bibbia.
martedì 30 settembre 2014
Tendere a una nuova aurora della politica
Affermava Sören Kierkegaard: L’uomo non fa quasi mai uso delle libertà
che ha, come per esempio della libertà di pensiero; pretende invece, come
compenso, la libertà di parola. Benvenuta la libertà di parola se, però, nel
suo esprimersi, abbia un dato concreto di fattività operosa. Agere sequitur
esse è principio
fondante l’etica tomista e, sosteneva la grande Alda Merini, il sentimento, non
è mai parola! Sono necessari, quindi, l’agire, il fare.
giovedì 11 settembre 2014
La cultura come azione politica
La cultura ha bisogno di azione, per
questo la comunicazione diventa una virtù tangibile. “Non si può non comunicare”
diceva Paul Watzlawick, comunicare implica una
relazione, un’apertura al mondo, un voler capire e farsi capire, ma il
comunicare parte da se stessi, si comunica a partire da se stessi, il cognoscimento di se lo chiamerà Caterina
da Siena, che implica un conoscersi per comprendere e ancor più imparare. Non
si può, dunque, non comunicare, non si può, a prescindere da se stessi.
venerdì 1 agosto 2014
Propria della carità intellettuale è la Mitezza Rivoluzionaria
La mitezza come virtù, di cui Tommaso d’Aquino ne farà un dono dello Spirito Santo ‘che si misura col volere divino e così ci garantisce una tranquillità morale’, è una virtù che sboccia sul terreno di un’altra virtù che si chiama “dominio di sé”. S. Paolo cita tra i frutti dello Spirito, l’una accanto all'altro, la mitezza e il dominio di sé (Gal 5, 22). Senza dolcezza non c’è vera libertà di linguaggio, spiegherà Giovanni Crisostomo e, aggiungo, alcuna possibilità di dialogo. Non è un paradosso, piuttosto mera verità il dire che una giusta collera è un aspetto della virtù della mitezza, poiché questa non è né priva di carattere, né inconsistente, né mielata; è la virtù della giusta collera (2 Tm 2, 25).
martedì 29 luglio 2014
L’Amore smuove le coscienze, animandole di umanità e azione
A proposito di speranza, per avere una giusta
comprensione del suo contenuto, dice Tommaso d’Aquino: “La speranza, come
ogni altro moto appetitivo, deriva da un certo amore, cioè dal fatto che uno
ama il bene che attende. Ma non ogni speranza proviene dalla carità, bensì i
soli moti della speranza formata, in forza della quale uno spera il bene da Dio
come da un amico”.
giovedì 10 luglio 2014
Dignità della Persona umana
Appare
sempre più chiara la necessità di partire dal concetto fondamentale di dottrina
sociale della dignità della persona umana: se l’uomo è segno altissimo
dell’immagine divina, se questo segno è dato dalla sua libertà soprattutto,
ecco allora che la società degli uomini non può avere altro tessuto connettivo che
quello della carità, una carità ovviamente che va ben oltre una solidarietà
esistenzialmente necessitata. La carità, oltre che valore centrale dell’etica
cristiana, è anche fonte inesausta di una vera civiltà.
giovedì 3 luglio 2014
Superare la deprecabile consuetudine del "così fan tutti"
Svegliarsi nella coscienza è necessario
affinché si superi la deprecabile consuetudine del così fan tutti. Il clientelismo, vizio recidivo
di ogni società, che genera connivenze e, quindi, coscienze dormienti, indica
il rapporto tra chi, pur godendo dello status
libertatis, si trova in condizione di dipendenza da un patronus e
s’innesca, così, un legame di equivoca dipendenza. Le relazioni patronus
- connivente, sono penetrate nel
cuore delle istituzioni, creando scambi interpersonali, quand’anche scambi tra
le organizzazioni per l’utilizzo delle risorse, elementi che hanno promosso la
formazione e il mantenimento di clientele.
giovedì 12 giugno 2014
Dialettica e metodo: urge in politica conoscere la verità, ma anche saperla comunicare
La peculiarità umana consegna l'uomo alla dialettica,
al dialogo, all'infinito procedere della ricerca, e il vantaggio della
comunicazione orale consiste nel fatto che essa, a differenza di quella
scritta, concede al discorso una infinita capacità di rivedere se stesso: l'uomo
ha la capacità di cogliere la verità, tuttavia ciò che rimane provvisorio è la
sua formulazione nei logoi, nei
discorsi, poiché l'uomo è calato in un divenire da cui non può svincolarsi.
Di fatto la condizione dell'uomo fa sì che non abbia accesso diretto alla
verità eterna, seppure animato da una condizione di perfettibilità.
martedì 20 maggio 2014
L’essere umano è chiamato ai doveri prima che ai diritti
La disponibilità del potere politico a
tempo illimitato è causa di ogni nocumento umano. Non si può lasciare, e per
lungo tempo, che il potere di gestione della cosa pubblica viva in mano di
pochi che lo gestiscono per il proprio beneficio clientelare, e a danno della collettività
sofferente. Il sistema politico creato implode del suo stesso male: il
clientelismo. Dove sono finiti i doveri? È lecito parlare solamente di diritti?
Questo ha portato al garantismo illimitato che salvaguarda il malfattore a
tutti i costi. Chi tutela le vittime che oltraggio hanno subito? Senza una pena
certa da dare a chi crea danno agli altri, si alimenta sfiducia e rassegnazione
e non più credito, invece, al nobile senso della giustizia umana.
mercoledì 7 maggio 2014
La proprietà privata compete alla natura sociale umana
Perché il sistema politico mitiga lo
sviluppo economico? Perché frena in modo innaturale lo sviluppo delle
imprenditorialità sui territori? Perché si è alimentato un senso distorto di
economia che ha determinato lo schianto di interi Stati, quando invece l’unione
degli Stati nell'Europa è vantaggio grandioso per lo sviluppo di ognuno, e si è
scivolati verso una crisi mondiale, che ha causa proprio nell'uso contorto del
denaro, di un sistema finanziario esploso per il suo stesso fine: soldi fanno
soldi, fino a che, evanescenti come nubi, si sono liquefatti.
sabato 3 maggio 2014
La società politica non sostanza, piuttosto relazione per un bene comune
Con il
linguaggio politico moderno è assai facile non avere conoscenza e comprensione
di quanto si discute. È addirittura possibile rimanere nella più totale
ignoranza delle cose, il motivo è dato dal fatto che nemmeno chi discute molte
volte ha scienza e conoscenza di ciò di cui tratta. Consideriamo il termine di
“Stato” per capire anche di che cosa noi ci nutriamo, se il nutrimento è di
verità conoscitiva, capace di farci edificare e ragionare su eventuali mutamenti
e opportunità di trattamenti nella vita del bene comune, oppure se il
nutrimento è legato all’appagamento del momento del proprio bene del soggetto
politico, con contorno di volontaria ignoranza delle cose e l’aggravante della
permanente generalizzata non data conoscenza.
lunedì 14 aprile 2014
La forza dolce e pervasiva dell’Inno all’Amore
“Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma
non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che
strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi
tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma
non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei
beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a
nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è
invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non
cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non
gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità.
sabato 5 aprile 2014
Nostalgia del fanciullino, della grazia poetica nell’uomo
Anche se nel nostro tempo si è un po’ eclissato, in
ogni uomo c’è un fanciullo capace di commuoversi, di sperimentare quotidianamente
emozioni, sensazioni nuove. Tuttavia, sembra non ci sia tempo per sperimentare
emozioni e sensazioni nuove: la corsa forsennata del momento storico che
viviamo, iper tecnologico, detta altri ritmi da cui vengono sottratti elementi
che più caratterizzano la sostanza umana, ciò che rende Persona non di atto ma
di actio.
giovedì 27 marzo 2014
Epicheia: disposizione dell’uomo virtuoso a perfezione della giustizia
L’epicheia è “degna di lode” dice s. Tommaso d’Aquino, seguendo Aristotele;
è una superiustitia per s. Alberto
Magno, che è necessario chiamare in causa quando una legge umana deficit propter universale aliquo modo
contrarie. L’epicheia è una virtù che sta tra due estremi viziosi: la
rigidità legalistica, che può arrivare ad essere gravemente lesiva del bene
comune, e il lassismo di colui che senza fondamento valido considera lecito per
sé ciò che la legge vieta agli altri.
venerdì 14 marzo 2014
I laici nel munus docendi della Chiesa: ruolo attivo dei laici nell’ordine pubblico
Non molto spesso è chiara e
consapevole nel fedele laico la posizione che, nel contesto della società
Chiesa e della società civile, viene ad assumere o ad esercitare; né molte
volte si riesce a comprendere quanto la sua presenza possa essere utile e
armonica nel completamento del disegno salvifico di Dio; sfugge anche che, come
previsto nel can. 208 del Codice di Diritto Canonico, "Tra tutti i fedeli
sussiste una vera uguaglianza nella dignità e nell'agire".
mercoledì 12 marzo 2014
S. Nicodemo Abate
Monaco basiliano, calabrese, si riconosce amante dell’Amato e ispirato dal suo profondo sguardo indagatore, attratto dalla rinomanza dei Padri Basiliani
di Tauriana, della provincia di Reggio Calabria, peregrinò da giovanissimo e
chiese di essere ammesso nell’ordine. Quando, infatti, fu accettato, impressionò
i confratelli con la sua continua preghiera, protratta oltre i normali limiti
umani, i patimenti fisici e le esaltazioni mistiche.
lunedì 10 marzo 2014
Perché scrivere di libertà e politica in Caterina da Siena?
L’ambizione è quella di offrire un contributo
di cocente attualità all'interno del mondo contemporaneo,
accogliendone le sfide radicali, in un sentimento di costruzione sull'esperienza di chi, mantellata
dell'ordine domenicano, nell'età in cui altro non si era che sottomesse, osa
alzare lo sguardo e far sentire la voce nel mondo maschile ed ecclesiastico
invece di pregare nell'ombra e senza clamore. Solo la forza della sua parola e
la testimonianza della vita, unite ad una palese ispirazione dall'Alto, hanno
avuto la meglio sul pregiudizio e il sospetto, legittimo all'epoca, di essere
dinanzi ad una ambiziosa protagonista visionaria.
martedì 4 marzo 2014
L’edificazione umana parte dall'anima, principio originario dell’essere e dell’agire
Non si può educare l’uomo, ignorando l’uomo. Quando noi domandiamo "che cosa è un uomo?", la risposta è la sua definizione, che ci dona l’essenza. Tommaso d’Aquino si rifà alla classica definizione: «È proprio dell’uomo essere animale ragionevole» (Gent., III, 39).
venerdì 14 febbraio 2014
Azione politica: forma esigente di carità
Si è oggi consapevoli, nel contesto politico, dell’assenza
di un pensiero che pensi in nome di verità, che sappia non mentire di
professione ed essere portatore sano di capacità valoriale, soprattutto di fronte
ai bisogni della società civile? La cosa pubblica, il bene comune che ci lega
nella società, è disponibilità di ricerca di ognuno, nessuno può sottrarsi dall'esserne parte viva e di voce autorevole nella società e, pertanto, si è chiamati ad impegnarsi per migliorare la
vita pubblica, organizzandola in modo conforme alla dignità della persona
umana.
giovedì 13 febbraio 2014
Solidarietà: determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune
L’uomo può costruire la società e «organizzare la terra senza Dio, ma senza Dio egli non può alla fine che organizzarla contro l’uomo. L’umanesimo esclusivo è un umanesimo inumano» (Populorum progressio, 42). L’uomo è Persona, non soltanto homo faber o oeconomicus, perciò, il vero sviluppo consta nel passaggio, per ciascuno e per tutti, da condizioni meno umane a condizioni più umane. Certamente, per raggiungere la propria pienezza la persona necessita di “avere” cose, ma queste non bastano, occorre anche la crescita interiore: culturale, morale, spirituale.